- Fisco, le richieste di avvocati e commercialisti
- La necessità del contraddittorio processuale
- La ripresa delle udienze
Fisco, le richieste di avvocati e commercialisti
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Bisogna tornare a far svolgere le udienze in forma pubblica. La richiesta arriva dai Consigli nazionali dei commercialisti e degli avvocati (Cnf E Cndcec), in una lettera inviata ad Antonio Leone, presidente del Consiglio della giustizia tributaria. Per questo motivo, i due Consigli chiedono che vengano assunte «le iniziative più opportune al fine di garantire la uniforme ripresa dell'attività giudiziaria in forma pubblica sull'intero territorio nazionale».
La necessità del contraddittorio processuale
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Alla base delle richieste il fatto che «l'udienza pubblica e il regolare funzionamento degli uffici giudiziari assicurano alle parti il contraddittorio processuale». Con la fine del periodo di sospensione feriale dei termini processuali, chiariscono Cnf e Cndcec serve «mettere in atto tutte le iniziative necessarie per ripristinare le condizioni ordinarie di svolgimento dell'attività giudiziaria da parte delle Commissioni tributarie» rispettando ovviamente la normativa anti covid. Le misure organizzative, predisposte nel periodo compreso tra il 12 maggio e il 30 giugno 2020, avevano carattere straordinario per questi motivi «non possano trovare applicazione nel processo tributario anche dopo il 30 giugno 2020'». A tal proposito non basta invocare le ulteriori disposizioni introdotte con la legge, che prevedono la possibilità di adottare analoghe misure fino al 31 ottobre 2020, «ma soltanto in materia di processo civile e penale, come chiaramente desumibile dalla stessa rubrica del citato articolo 221».
La ripresa delle udienze
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Nei casi in cui le udienze sono riprese si sono trovati accorgimenti previsti dai decreti presidenziali come il frazionamento degli orari di convocazione delle udienze e degli accessi, l'obbligo del distanziamento interpersonale e l'uso obbligatorio delle mascherine all'intero dell'ufficio giudiziario.
Taluni decreti presidenziali, evidenziano i consigli dei professionisti «hanno tuttavia ritenuto applicabili anche nel processo tributario le misure organizzative straordinarie previste dal citato articolo 221 per i soli processi civile e penale' - dunque - considerato che risulta indispensabile assicurare alle parti il doveroso contraddittorio processuale, che può essere garantito soltanto con l'effettivo svolgimento dell'udienza pubblica, oltre che con il regolare funzionamento degli uffici giudiziari, è necessario ripristinare celermente le condizioni ordinarie di svolgimento dell'attività giudiziaria in tutte le sedi delle Commissioni tributarie». Le iniziative da prendere dovrebbero fare in modo di impartire «direttive, pur nel doveroso rispetto delle misure idonee ad evitare rischi per la salute, quale, a titolo esemplificativo, il già richiamato frazionamento degli orari di convocazione delle udienze». I due Consigli, infine, insieme alle associazioni di categoria degli avvocati e dei commerciali (rispettivamente, Uncat e Adc e Anc) restano disponibili a fornire ogni collaborazione utile per la più efficace attuazione delle misure organizzative idonee a garantire la pubblicità delle udienze e il regolare funzionamento degli uffici giudiziari, nel rispetto della indispensabile tutela dei diritti di difesa del contribuente come previsto dalla Costituzione.
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