Roma (Adnkronos) - Non e' colpevole la moglie del boss che ascolta le conversazioni del marito con gli uomini del clan. Per la Cassazione, infatti, il fatto che la consorte di un mafioso assista in casa ai colloqui attraverso i quali il boss impartisce ordini non significa che anche lei sia mafiosa. La Quinta sezione penale (sentenza 31877) ha cosi' respinto il ricorso del procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari che si era opposto alla scarcerazione della moglie di un capomafia pugliese, indagata per appartenenza ad associazione per delinquere di stampo mafioso (416 bis) per avere assistito nell'abitazione coniugale alle conversazioni intercettate del marito boss. Per la Suprema Corte la moglie che assiste ai colloqui domestici del consorte boss 'ha un ruolo passivo'. Per dimostrare che e' mafiosa occorronno 'gravi indizi di colpevolezza' che non sono quelli di essere presente alle conversazioni del marito.
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