Con il contributo di diversi esperti del settore ed a seguito di un convegno svoltosi a Roma nell'ottobre del 2005 sul tema "I licenziamenti economico produttivi", è stato pubblicato dalla Ediesse un libro che raccoglie e relaziona gli interventi che sono stati svolti durante il convegno.
Nella prima parte del volume gli autori (P. Alleva, F. Amato, G. Amoroso, A. Androni, E. Balletti, G.M. Mascarello, S. Mattone, O. Mazzotta, A. Perulli) affrontano sotto diverse prospettive il tema del licenziamento per motivi economico produttivi.
A partire da una preliminare analisi dell'assetto normativo esistente imperniato sulla Legge 223 del 1991, gli Autori affrontano, sotto diverse prospettive, le svariate tematiche: dal licenziamento individuale per giustificato motivo oggettivo, alla disciplina delle eccedenze di personale, al concetto di licenziamento oggettivo e alla necessità di un controllo di razionalità e proporzionalità imposto dal diritto costituzionale al mantenimento del posto di lavoro sulla base dei principi che discendono dall'articolo 4 della Costituzione.
Il volume, che propone un approfondimento dei diversi punti di vista su un tema che vede contrapporsi due diverse linee interpretative, si chiude con un interessante citazione di Riccardo Del Punta: "i diritti sono tali proprio perché il loro rispetto non nasce solo da una spontanea assunzione di responsabilità ma si impone nella buona e nella cattiva sorte" e ciò sta a significare che i diritti non possono considerarsi una semplice concessione dell'imprenditore.
Riportiamo qui di seguito la quarta di copertina
Il tema dei licenziamenti per motivi economici - comprensivo dei licenziamenti individuali per giustificato motivo oggettivo e dei licenziamenti collettivi - è affrontato già da diverso tempo secondo ottiche alternative. Da un lato, c'è chi tende a valorizzare la responsabilità sociale deirimpresa datriee di lavoro- e del gruppo societario cui questa appartiene - nella ricollocazione dei lavoratori eccedenti. In questa ottica si colloca la proposta di legge di iniziativa popolare avanzata dalla Cgil nel 2002: il licenziamento viene infatti concepito come ultima ratto - dopo aver utilizzato tutti gli ammortizzatori sociali conservativi (contratti di solidarietà e poi Cigs) - con obbligo di ricollocazione in posti disponibili nelle società del gruppo o, in mancanza, con obbligo di «accompagnamento» (corsi di riqualificazione, oneri di ricollocazione «esterna», bonus economico). Dall'altro lato, si sostiene che occorre liberalizzare la disciplina o tutt'al più mantenere l'attuale assetto, salvo irrobustire e generalizzare i trattamenti di disoccupazione; peraltro con un importante problema di copertura economica di oneri cospicui. Le relazioni e gli interventi sul tema che qui vengono riuniti illustrano e approfondiscono le due diverse posizioni. L'importanza degli argomenti è resa evidente dall'agenda dei lavori del Governo Prodi e dalle iniziative intraprese dall'Associazione italiana di diritto del lavoro.
Nella prima parte del volume gli autori (P. Alleva, F. Amato, G. Amoroso, A. Androni, E. Balletti, G.M. Mascarello, S. Mattone, O. Mazzotta, A. Perulli) affrontano sotto diverse prospettive il tema del licenziamento per motivi economico produttivi.
A partire da una preliminare analisi dell'assetto normativo esistente imperniato sulla Legge 223 del 1991, gli Autori affrontano, sotto diverse prospettive, le svariate tematiche: dal licenziamento individuale per giustificato motivo oggettivo, alla disciplina delle eccedenze di personale, al concetto di licenziamento oggettivo e alla necessità di un controllo di razionalità e proporzionalità imposto dal diritto costituzionale al mantenimento del posto di lavoro sulla base dei principi che discendono dall'articolo 4 della Costituzione.
Il volume, che propone un approfondimento dei diversi punti di vista su un tema che vede contrapporsi due diverse linee interpretative, si chiude con un interessante citazione di Riccardo Del Punta: "i diritti sono tali proprio perché il loro rispetto non nasce solo da una spontanea assunzione di responsabilità ma si impone nella buona e nella cattiva sorte" e ciò sta a significare che i diritti non possono considerarsi una semplice concessione dell'imprenditore.
Riportiamo qui di seguito la quarta di copertina
Il tema dei licenziamenti per motivi economici - comprensivo dei licenziamenti individuali per giustificato motivo oggettivo e dei licenziamenti collettivi - è affrontato già da diverso tempo secondo ottiche alternative. Da un lato, c'è chi tende a valorizzare la responsabilità sociale deirimpresa datriee di lavoro- e del gruppo societario cui questa appartiene - nella ricollocazione dei lavoratori eccedenti. In questa ottica si colloca la proposta di legge di iniziativa popolare avanzata dalla Cgil nel 2002: il licenziamento viene infatti concepito come ultima ratto - dopo aver utilizzato tutti gli ammortizzatori sociali conservativi (contratti di solidarietà e poi Cigs) - con obbligo di ricollocazione in posti disponibili nelle società del gruppo o, in mancanza, con obbligo di «accompagnamento» (corsi di riqualificazione, oneri di ricollocazione «esterna», bonus economico). Dall'altro lato, si sostiene che occorre liberalizzare la disciplina o tutt'al più mantenere l'attuale assetto, salvo irrobustire e generalizzare i trattamenti di disoccupazione; peraltro con un importante problema di copertura economica di oneri cospicui. Le relazioni e gli interventi sul tema che qui vengono riuniti illustrano e approfondiscono le due diverse posizioni. L'importanza degli argomenti è resa evidente dall'agenda dei lavori del Governo Prodi e dalle iniziative intraprese dall'Associazione italiana di diritto del lavoro.
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