La Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione (Sent. 37414/2007) ha stabilito che in capo al minore indagato per gravi reati, la sussistenza di carenze educative nell'ambiente familiare (oltre alla pericolosità sociale) potrebbe giustificare la custodia cautelare in comunità.
I Giudici della Corte, chiamati a decidere il caso di un giovane ragazzo, "reo" di aver violentato una sua coetanea, hanno stabilito che la gravità della condotta tenuta dallo stesso nella commissione del reato, aveva messo in luce la grave carenza educativa della sua famiglia nonché un allarmante mancanza di valori che, persistendo tale situazione, avrebbe compromesso la sana crescita e il sano inserimento sociale del minore.
Nel caso di specie, poi, le gravi carenze familiari erano emerse anche dalle informazioni assunte dai docenti della scuola frequentata dal minore.
La sussistenza di tali circostanze pertanto, secondo gli Ermellini, rende giustificata la misura cautelare in comunità che non interrompe, in alcun modo, il processo educativo dei giovani, essendo tale percorso garantito anche all'interno della struttura.
Con questa decisione gli Ermellini hanno confermato la misura cautelare imposta a un giovane posto in comunità.
I Giudici della Corte, chiamati a decidere il caso di un giovane ragazzo, "reo" di aver violentato una sua coetanea, hanno stabilito che la gravità della condotta tenuta dallo stesso nella commissione del reato, aveva messo in luce la grave carenza educativa della sua famiglia nonché un allarmante mancanza di valori che, persistendo tale situazione, avrebbe compromesso la sana crescita e il sano inserimento sociale del minore.
Nel caso di specie, poi, le gravi carenze familiari erano emerse anche dalle informazioni assunte dai docenti della scuola frequentata dal minore.
La sussistenza di tali circostanze pertanto, secondo gli Ermellini, rende giustificata la misura cautelare in comunità che non interrompe, in alcun modo, il processo educativo dei giovani, essendo tale percorso garantito anche all'interno della struttura.
Con questa decisione gli Ermellini hanno confermato la misura cautelare imposta a un giovane posto in comunità.
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