E' stata presentata un'interrogazione parlamentare al ministro della Salute Livia Turco sul problema della rimborsabilita' dei farmaci cannabinoidi per la terapia del dolore. Nell'interrogazione si chiede al Ministro "se non intenda, con urgenza, modificare la legge per permettere il rimborso dei farmaci cannabinoidi importati dall'estero, oppure, in attesa che tali farmaci ricevano l'autorizzazione alla commercializzazione, promuovere un decreto legge per permettere almeno temporaneamente l'autocoltivazione della cannabis sativa a fini terapeutici". L'intervento del Ministro è stato richiesto prendendo spunto da una lettera giunta all'ADUC da parte di un malato di sclerosi multipla costretto a spendere 600 euro al mese per un farmaco antidolorifico cannabinoide a base di dronabinol (Delta-9-tetraidrocannabinolo). In italia, spiega la Deputata Donatella Poretti in una nota "chi intenda utilizzare i farmaci cannabinoidi, in attesa che l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ne autorizzi la commercializzazione, deve richiedere al ministero l'autorizzazione all'importazione da un Paese estero dove sono regolarmente registrati. Una modalita' prevista per farmaci da impiegare una tantum, e non per antidolorifici da usare in maniera continuativa. Quello che non e' assicurato, e che spesso manca, e' pero' il rimborso". "Questa situazione - continua Poretti - si verifica nonostante siano molti gli studi che attestino l'efficacia del dronabinol anche al fine di contenere i dosaggi dei farmaci oppiacei. Se a cio' si aggiunge che il Servizio sanitario nazionale si fa carico, per la stessa malattia, di seguire altre strade farmaceutiche, come l'interferone, a costi piu' che doppi, risulta incomprensibile l'attuale situazione".
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