Le Banche debbono evidenziare ai propri clienti in modo adeguato e per iscritto la rischiosità dell'investimento e l'eventuale esistenza di un conflitto di interessi nell'operazione di vendita di titoli mobiliari. E' quanto afferma il Tribunale di Parma nel condannare una banca (che fu intermediaria nelll'acquisto di Bod Argentina) al risarcimento del danno per accertata violazione delle norme che regolano il settore di intermediazione mobiliare, quali il Testo Unico Finanziario (T.U.F.) e il Regolamento Consob, entrati in vigore nel 1998. Lo stesso Tribunale in un'altra sentenza ha dichiarato la nullità del contratto e delle singole operazioni esecutive per mancanza della forma scritta, prescritta dal T.U.F. A darne notizia è il legale di Confconsumatori che in un comunicato stampa dichiara: "Sono questi casi emblematici ove viene riconosciuta la necessità di trasparenza e informazione da parte degli intermediari finanziari, a tutela dei risparmiatori [...] Di particolare importanza è la [...] decisione del Tribunale di Parma, che ha dichiarato nullo un acquisto del 1998 - epoca nella quale quei titoli godevano di ottimo rating - per difetto di forma, perchè è esclusa la possibilità di acquistare azioni e obbligazioni per telefono e senza adeguata forma scritta."
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