Più di 39 miliardi di euro sarebbero stati addebitati illegittimamente dagli istituti di credito ai correntisti in base alla commissione di massimo scoperto, la percentuale calcolata sul tasso convenuto, sulla massima esposizione avuta dal correntista nel trimestre di riferimento. La nuova iniziativa legale del Codacons in collaborazione con il Coordinamento Micro-Piccole-Medie Imprese per la Tutela e l'Assistenza, il Comitas, è indirizzata proprio contro questo abuso, e cioè contro l'aggravio sugli interessi delle somme utilizzate anziché su quelle non utilizzate, con un danno complessivo per i correntisti del 4-5% annuo sui fondi concessi. Nel 2006 la Corte di Cassazione, con la sentenza n.870/2006 che vedeva l'istituto I.M.I. San Paolo SPA contrapposto ad un correntista, "relativamente alla richiesta di riconoscimento della commissione di massimo scoperto", definiva la stessa "la remunerazione accordata alla banca per la messa a disposizione dei fondi a favore del correntista indipendentemente dall'effettivo prelevamento della somma". Nel 2006 il pacchetto-Bersani sulle liberalizzazioni, all'art.11 dichiarava "nulle le clausole di massimo scoperto e le clausole comunque denominate che prevedono una remunerazione accordata alla banca per la messa a disposizione di fondi a favore del correntista indipendentemente dall'effettivo prelevamento della somma ovvero che prevedono una remunerazione accordata alla banca indipendentemente dall'effettiva durata del prelevamento della somma". L'azione combinata di queste due associazioni mira a restituire alle imprese e ai correntisti, i soldi illegittimamente percepiti dagli istituti di credito, purché i crediti no siano caduti in prescrizione e purché la commissione di massimo scoperto sia stata calcolata correttamente. Per informazioni relative alle iniziative legali www.codacons.it e www.comitas.it.
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