"Forma invasiva di pubblicità, una forma aggressiva di politica commerciale". È stata definita così la politica commerciale di molti gestori telefonici da parte del Codacons che lancia la denuncia proponendo ricorso all'Antitrust, in quanto il comportamento di questi soggetti integrerebbe il comportamento di "pratiche commerciali sleali o scorrette". Uno degli episodi sotto accusa riguarda un messaggio inviato dalla Tim, ad una signora che avrebbe fato richiesta al proprio operatore di poter passare al gestore telefonico Wind. "Le stiamo per inviare un SMS che dovrà restituire al seguente numero 335……… digitando il tasto inoltra". Secondo l'associazione, il verbo utilizzato dal gestore telefonico "dovrà", all'interno di uno dei due messaggi definiti "aggressivi", potrebbe indurre un distratto utente medio a cadere in errore valutando come doveroso il comportamento che viene prescritto nel messaggio. Questa politica aggressiva del gestore telefonico che non vuole perdere il suo cliente sarebbe contrario alle normative dettate dalla Comunità europea, assorbite nel decreto legislativo n.146 del 2007, che attua la direttiva comunitaria 2005/29/CE in matteria di pratiche commerciali sleali tra imprese e consumatori nel mercato interno e modifica alcune precedenti direttive sulla stessa materia. Infatti, l'art.20 del decreto, prevedendo il divieto delle pratiche commerciali scorrette, definisce tali quelle pratiche "contrarie alla diligenza professionale, false o idonee a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico del (…) consumatore medio". L'articolo, continua facendo riferimento agli articoli successivi, in cui, in particolare, verrebbero descritte alcune pratiche vietate come ad esempio "azioni ingannevoli" (art.21) "omissioni ingannevoli" (art.22). Inoltre anche l'art.24, dello stesso decreto, definisce come "aggressive" quella pratiche che "mediante molestie, coercizione (…) che limita o è idonea a limitare considerevolmente la libertà Tutte definizioni che si avvicinerebbero al tono dei messaggi della Tim, secondo la valutazione dell'associazione che avrebbe quindi deciso di presentare l'esposto all'autorità indipendente.
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