Non c'è accordo tra i giuristi in merito alla class action. Il contrasto riguarda in particolare un emendamento che tenderebbe ad escludere la retroattivita' dell'atto, impedendo così di promuovere azioni collettive di risarcimento per i crac Parmalat e Cirio. In un'intervista all'Adnkronos, Carlo Federico Grosso, il giurista (ex vicepresidente del Csm) che sta tutelando la posizione di oltre 32 mila portatori di bond come parte civile nei processi del crack Parmalat, ha affermato: "con l'emendamento Balboni si vuole evidentemente eliminare ogni ipotesi di applicazione della class action a situazioni precedenti alla sua entrata in vigore e limitarla a quelle situazioni che si verificheranno successivamente. Ma cosi' le vittime degli scandali finanziari sono penalizzate". Il professor Grosso, ritiene che si voglia voglia circoscrivere al massimo la class action e ritiene che "sarebbe stato piu' opportuno stabilire che la class action potesse essere esercitata nei confronti di tutte le situazioni maturate anteriormente. Cosi' da coinvolgere gli interessi dei danneggiati di tanti scandali finanziari [...] per fare questo sarebbe stato sufficiente prevedere la retroattivita' a luglio 2008. Insomma, sarebbe necessario prevedere una retroattivita' maggiore". Un'altra voce autorevole è quella di Enrico Altieri, magistrato di Cassazione, che in merito all'azione collettiva afferma "ben venga tutto cio' che puo' contrastare gli sconci finanziari" ma "a patto che non si tratti di una forma di supplenza volta solo a gettare fumo negli occhi". Altieri invita comunque alla cautela. "Se la class action mira ad introdurre un danno del singolo, andrei piano a riconocere la retroattivita'. Se invece si intendono i singoli soggetti appartenenti alla categoria (penso ad esempio al sindacato) allora non c'e' santo che tenga nel riconocere l'applicazione della retroattivita'". Piu' in generale il Magistrato ritiene che "la class action in teoria sia una cosa molto utile ma a patto che non finisca in mano ad avventurieri. [...] C'e' bisogno di giustizia quindi le risposte dovranno essere adeguate. Voglio dire che ci dovra' essere una provata onesta' diversamente il risultato rischia di essere peggiore degli scandali stessi. Penso al Banco Ambrosiano e allo scandalo Sindona: da allora non ci sono stati interventi generalizati per capire i danni". Si potrebbe anche verificare un problema di legittimita' costituzionale "se il legislatore dovesse dire che la legittimazione della class action vale solo per il futuro".
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