La Corte di Cassazione si e' definitivamente pronunciata nel merito del contenzioso riguardante le richieste risarcitorie di clienti a seguito del noto black-out del 2003, escludendo tassativamente la responsabilita' di Enel Distribuzione, accogliendone i ricorsi e rigettando le domande dei clienti, con tre distinte Ordinanze del 23 luglio 2009 (nn. 17.282, 17.283 e 17.284). In particolare, le ordinanze della Corte annullano una sentenza del Tribunale di Napoli e due sentenze del Tribunale di Latina che avevano respinto le tesi difensive di Enel Distribuzione circa l'impossibilita' di fornire energia elettrica ai clienti, derivante non da causa imputabile alla societa', ma dalla mancanza di energia sulla Rete di Trasporto Nazionale non gestita da Enel. Tali sentenze, infatti, avevano ritenuto Enel Distribuzione responsabile, indipendentemente dall'origine e dalle modalita' degli eventi che hanno caratterizzato il noto black-out. La Corte di Cassazione ha completamente ribaltato questa tesi, ritenendo che non possano essere attribuite a Enel Distribuzione responsabilita' ulteriori e diverse da quelle che competono alla Societa', in qualita' di distributore di energia elettrica, nell'ambito del quadro normativo di riferimento. Il ricorso di Enel, difesa dagli avvocati Antonio Briguglio, Pietro Guerra e Riccardo Szemere, e' stato ritenuto 'manifestamente fondato' dalla Suprema Corte, che si e' percio' pronunciata con ordinanza e 'in camera di consiglio', con decisivi riflessi in relazione a un contenzioso seriale che vede ancora pendenti decine di migliaia di giudizi nei gradi di merito: da ora, infatti, coloro che insisteranno nelle loro pretese davanti ai giudici di merito, si assumeranno seri rischi anche in ordine alle spese ed ai danni processuali.
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