La Presidenza del Consiglio dei Ministri rende noto che il Ministero per le pari opportunità, Carfagna e il Ministero del Welfare, Sacconi hanno presentato l'1 dicembre scorso un piano strategico d'azione per la conciliazione e le pari opportunità nell'accesso al lavoro. Il piano si compone di cinque linee guida che verranno realizzate attraverso una "cabina di pilotggio" e con il concorso di tutti gli attori coinvolti. Durante la conferenza stampa di Palazzo Chigi, sono state evidenziate le cinque linee d'azione: il primo punto prevede il potenziamento dei servizi di assistenza per la prima infanzia e la sperimentazione dei buoni lavoro per la strutturazione dei servizi privati di cura e di assistenza alla persona. I buoni lavoro, previsti dalla cd. "legge Biagi" sono infatti uno "strumento agile" per garantire una adeguata tutela previdenziale: tali buoni potranno essere utilizzati per le prestazioni occasionali di tipo accessorio e per l'avvio di nidi familiari o altri ambienti adeguati ad offrire cure familiari. Il secondo punto prevede la promozione di progetti sperimentali che attuino misure dirette a sostenere i soggetti con responsabilità genitoriali o familiari, al fine di rimuovere gli ostacoli alla piena realizzazione del principio di uguaglianza sostanziale in ambito familiare e lavorativo. Una parte delle risorse verrà quindi destinata al finanziamento di attività di promozione e informazione (compresa una campagna pubblicitaria televisiva), nonché di consulenza alla progettazione, di monitoraggio delle azioni e alla eventuale infrastrutturazione di reti territoriali a supporto diretto delle aziende. La Consiglieria nazionale di parità avrà poi il compito di monitorare e analizzare quanto avviene nei mercati del lavoro e nelle singole unità produttive attraverso la costituzione di un Osservatorio sul lavoro a tempo parziale e sulle forme di lavoro a orario ridotto, modulato e flessibile. Il compito dell'Osservatorio sarà quello di "divulgare buone prassi", come si legge dalla nota diffusa dal Governo. Il quarto punto del piano si interessa del lavoro femminile nel campo energie rinnovabili: si stima, infatti, che il potenziale occupazionale potrebbe raggiungere le 250mila unità lavorative "in rosa". Infine, l'ultimo punto del piano è dedicato alle misure a sostegno dell'occupazione femminile nel mezzogiorno a partire dal Contratto inserimento, un contratto a termine non inferiore a nove mesi ma non superiore a diciotto che mira a realizzare l'inserimento nel lavoro di alcune categorie svantaggiate e cioè in quelle aree geografiche in cui il tasso di occupazione delle donne sia inferiore almeno del 20% rispetto a quello maschile o in cui il tasso di disoccupazione femminile superi del 10 % quello maschile.
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