Nuove norme in tema di magistrati che entrano in politica: è questo l'oggetto della risoluzione del CSM approvata all'unanimità per chiedere al legislatore più chiarezza in questo ambito. In particolare si richiede che ad un magistrato sia vietato di candidarsi nel territorio in cui, fino a pochi giorni prima, lo stesso ha condotto indagini. Questo, per evitare, "un'oggettiva confusione di ruoli" come aveva fatto notare il Presidente della Repubblica che aveva già elogiato la risoluzione dell'organo di autogoverno della magistratura, nella misura in cui tende a tutelare l'indipendenza della magistratura: "un valore indispensabile", coma ha aggiunto il Capo dello Stato. L'approvazione della risoluzione del Consiglio Superiore della magistratura è arrivata in seguito ai diversi esposti giunti a Palazzo dei Marescialli, a causa delle candidature di alcune ex-toghe nelle elezioni amministrative: su tutti, il caso del magistrato Lorenzo Nicastro, appena eletto consigliere regionale in Puglia e che aveva precedentemente indagato per diversi reati sul Ministro Raffaele Fitto.
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