Secondo l'Unione Camere Penali Italiane il testo di riforma dell'ordinamento forense sarebbe stato oggetto di uno stravolgimento, che dimostrerebbe il "cedere della politica alle esigenze demagogiche". L'UCPI afferma in particolare che il testo uscito dalla Commissione Giustizia, era idoneo a garantire la qualita' della prestazione professionale e il rispetto della funzione di garanzia del difensore" mentre "il testo che il Senato sta approvando dimostra di non tenere affatto conto della necessita' del recupero della qualita' della prestazione professionale, come strumento indispensabile per tutelare l'interesse del cittadino alla giustizia del processo e della decisione, unitamente al ruolo ed alla funzione dell'avvocatura in uno stato di diritto". Second l'UCPI il Senato dovrebbe "garantire ai cittadini un avvocato in grado di tutelare con effettivita' i propri diritti, attraverso seri percorsi formativi specialistici e continua esperienza sul campo" mentre risulta inidonea l'introduzione di una sorta di prosecuzione del percorso universitario, "tutto teorico, accessibile da chi non ha mai frequentato le aule di giustizia". "Chi mai vorrebbe scegliere, fra i medici, il giusto specialista - spiega l'Ucpi- sapendo che quella specializzazione e' stata conseguita nelle aule universitarie, piuttosto che nelle cliniche? Chi mai vorrebbe farsi operare da un chirurgo che ha acquisito il titolo sui banchi di scuola, mai mettendo piede in sala operatoria?" La risposta delle Camere Penali a questa situazione è stata quella di deliberare l'istituzione della figura forense del "penalista specializzato". In tal modo, un avvocato, adeguato al ruolo costituzionalmente impostogli, puo' farsi "portatore, in condizione di parita', dei diritti di liberta' dei cittadini, sovente violati"
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