I Consulenti del lavoro chiedono chiarimenti in merito al regime iva su spese di alberghi e ristoranti. In una circolare del 3 giugno 2010 la Fondazoine Studi Consulenti del Lavoro afferma che è prerogativa del contribuente scegliere se detrarre o meno l'Iva relativa ad alberghi e ristoranti. E ciò in base a proprie modalita' organizzative. La fondazione fa riferimento ad una recente circolare (la n.25 del 19 maggio 2010 dell'Agenzia delle entrate) che "affronta nuovamente la specifica questione fornendo alcuni condivisibili chiarimenti aggiuntivi e per certi versi rettificativi rispetto al passato. Viene, infatti, fatto presente che l'Iva concernente alberghi e ristoranti non detratta per mancanza della fattura, ma documentata da scontrino o ricevuta fiscale, si cumula con il costo e, come tale, e' deducibile sia ai fini delle imposte sui redditi, sia ai fini dell'Irap". Secondo i Consulenti "nel caso dette spese siano non documentate da fattura ma da altro documento fiscale (ricevuta o scontrino), l'Iva non detratta (capitalizzata sulla spesa) diviene un costo della medesima natura della spesa stessa e ne segue la sorte dal punto di vista fiscale". Ora, spiega la Fondazione, se da un lato "la rivisitazione della problematica da parte dell'agenzia va accolta con favore", dall'altro suscita qualche perplessita' l'affermazione dell'agenzia laddove ritiene che: "diversamente, non puo' costituire un costo inerente all'attivita' esercitata e, conseguentemente, non e' deducibile dal reddito, l'Iva documentata mediante fattura e rimasta a carico dell'impresa ovvero del professionista a causa del mancato esercizio del diritto alla detrazione".
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