Affrontanto il tema della giustizia civile l'Associazione Nazionale Magistrati ha richiamato l'attenzione sulla necessità di adottare interventi diretti a ridurre l'eccessiva durata dei procedimenti e a fronteggiare il significativo aumento delle controversie pendenti. L'Anm ribadisce in una nota che "il processo civile rappresenta per il cittadino lo strumento fondamentale di tutela dei diritti lesi nell'agire quotidiano e per il paese un nodo nevralgico ai fini dello sviluppo economico e degli investimenti, anche da parte di operatori stranieri, troppo stesso scoraggiati dalle difficoltà di tempestiva risoluzione dei conflitti e di rapida esecuzione delle decisioni". Occorrono secondo i Magistrati interventi che debbono "involgere in primo luogo l'organizzazione e la distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari, da dimensionare nell'organico dei magistrati e del personale amministrativo in modo da consentirne autonomia e capacità di funzionamento, con dotazione di strutture informatiche e banche dati idonee ad accelerare lo svolgimento delle attività processuali ed una migliore qualità delle decisioni". Secondo l'associazione la propota (poi opportunamente ritirata) di introdurre la figura del c.d. ausiliario non solo si poneva in contrasto con i principi costituzionali ma "non avrebbe consentito in alcun modo di pervenire ad una effettiva e reale deflazione del contenzioso". Al contrario - conclude l'Anm - "l'istituzione di un ufficio del giudice, quale stabile struttura di supporto al magistrato, cui resta affidato il compito istituzionale della decisione della causa, rappresenterebbe uno strumento strategico al fine della riduzione degli arretrati e della funzionalità del sistema giudiziario". Tali uffici dovrebbero essere dotati di personale amministrativo riqualificato, di giudici onorari, di assistenti e "stagisti" che possano svolgere ricerche e coadiuvare il giudice anche nel predisporre bozze di motivazioni dei provvedimenti. I magistrati propongono anche l'introduzione "quanto meno per le cause più risalenti, di forme decisorie che anticipassero in modo schematico i motivi di fatto e di diritto della decisione, salvo illustrazione dei motivi già indicati, ove almeno una delle parti ne faccia richiesta entro un limite temporale normativamente fissato". Fondamentali sarebbero poi interventi diretti alla semplificazione e alla drastica riduzione dei riti processuali.
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