Sulla base di quanto emerge da uno studio condotto dall'Ancot (Associazione Nazionale Consulenti Tributari) che analizza i dati del Ministero dell'Economia e delle Finanze relativi alle dichiarazioni del 2009 dei lavoratori dipendenti 'in Italia, su un numero complessivo di oltre ventuno milioni di contribuenti, e' pari a 57.284 il numero di coloro che versano un assegno di mantenimento al coniuge e lo indicano nella dichiarazione dei redditi". Secondo lo studio la media annuale per assegno e' pari a 5.920 euro. Anche analizzando le dichiarazioni dei redditi - spiega l'associazione - possono emergere dati interessanti su come stia cambiando la struttura sociale dell'Italia. Secondo l'Istat, la durata media del matrimonio al momento dell'iscrizione a ruolo del procedimento di separazione e' risultata nel 2008 pari a 15 anni ma lo studio Ancot evidenzia che circa un quarto delle separazioni "proviene da matrimoni di durata pari o inferiore ai sei anni". Se poi si considerano per lo stesso i soli provvedimenti di divorzio, il matrimonio dura mediamente 18 anni. "Oltre un divorzio su cinque ha riguardato, pero', matrimoni celebrati da meno di 10 anni'. L'associazione ricorda che, 'in base all'art.156 c.c., il coniuge al quale non e' addebitata la separazione ha diritto di ricevere dall'altro un assegno di mantenimento, qualora sia sprovvisto di sufficienti redditi propri. Si tratta di un assegno mensile, o comunque periodico, i cui presupposti per l'ottenimento, oltre al non adeguato reddito, sono stabiliti dalla Corte di Cassazione e sono i seguenti: la non addebitabilita' della separazione al coniuge che chiede il mantenimento; una notevole disparita' economica fra i due coniugi; l'impossibilita' per il coniuge che chiede il mantenimento di mantenere un tenore di vita analogo a quello avuto durante il matrimonio'. Altre informazioni su questo argomento Al fine di stabilire l'entità del mantenimento - spiega l'associazione - "il giudice tiene dunque conto della situazione economica complessiva di entrambi i coniugi, (redditi, patrimonio e capacita' di lavoro), ma puo' anche stabilire che ciascuno dei coniugi provveda autonomamente al proprio mantenimento. Secondo l'Istat 'Il fenomeno dell'instabilita' coniugale presenta situazioni molto diverse sul territorio: nel 2008 si va dal valore minimo di 186,3 separazioni per 1.000 matrimoni che caratterizza il Sud al massimo osservato nel Nord-ovest (363,3 separazioni per 1.000 matrimoni)'. Una tendenza che trova conferma anche dall'analisi delle somme indicate nelle dichiarazioni dei redditi dove e' proprio la zona del Nord Est dell'Italia a presentare le cifre piu' consistenti. L'analisi dell'Ancot tiene inoltre conto della disaggregazione a livello regionale della media degli importi degli assegni di mantenimento evidenziando come 'le regioni che superano la media nazionale siano il Veneto con 8.460 euro, la Lombardia con 8.020, l'Emilia Romagna con 6.860, il Piemonte con 6.280 e il Lazio con 6.190. Le regioni che fanno invece registrare importi inferiori alla media nazionale sono: la Toscana con 5.910, la Valle d'Aosta con 5.820, il Friuli Venezia Giulia con 5.760, il Trentino Alto Adige con 5.630, le Marche con 5.600, la Liguria con 5.140, l'Umbria con 4.800, la Sardegna con 4.640, l'Abruzzo con 4.550, la Campania con 4.470, il Molise con 4.270, la Sicilia con 4.160, la Calabria con 4.110, la Puglia con 3.990 e la Basilicata con 3.920'.
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