L'individuazione delle aree che dovrebbero ospitare le scorie radioattive, per la precisione quelle a bassa e media intensità ma, per un certo periodo, anche quelle ad elevata intensità, pare essere giunta in una fase avanzata, tanto che, sulla base delle indiscrezioni filtrate da soggetti vicini agli "addetti ai lavori", iniziano a moltiplicarsi non solo le manifestazioni cittadine di protesta e di opposizione al nucleare, ma anche le polemiche politiche, alle quali, in numerosi casi, sono seguite chiare prese di posizione e perfino deliberazioni ufficiali contro il nucleare nel proprio territorio, da parte di governatori regionali e amministratori locali. Il sottosegretario allo Sviluppo economico, Stefano Saglia, ha di recente dichiarato di apprezzare il lavoro svolto dalla Sogin, la società incaricata di redigere la mappa contenente le cinquantadue zone reputate idonee alla collocazione del deposito nazionale di superficie per le scorie radioattive. Per il momento, tuttavia, come ha precisato Saglia, la mappa è solo una bozza, la quale deve ottenere il benestare dell'Agenzia per il nucleare e superare con esito favorevole il procedimento di Vas (Valutazione ambientale strategica). I principali parametri utilizzati nella redazione della mappa in questione, comunque, sembrano confermati e sono, tra gli altri, la stabilità del suolo, la non sismicità e la bassa densità di popolazione.
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