La Commissione Europea ha avviato una nuova procedura d'infrazione al Trattato istitutivo dell'Unione Europea perché l'Italia non ha ancora conformato pienamente alla normativa comunitaria il piano programmatico per la gestione dei rifiuti nel Lazio, lo strumento che avrebbe dovuto garantire a tutti i cittadini italiani di vivere in un ambiente salubre e privo di contaminazioni nocive. La c.d. "situazione rifiuti" in Campania, come si apprende da tutti gli organi di informazione, è di nuovo esplosa nelle ultime settimane, con rivolte cittadine contro la costituzione e il potenziamento di discariche. La realtà è sicuramente allarmante e meriterebbe ben altra operatività delle Istituzioni. Eppure qualche passo in avanti si sta compiendo. Innanzitutto, l'articolo 11 della legge 13.8.2010, n. 136 (in G.U. n. 196 del 23/08/2010) ha inserito il comma 3-bis all'articolo 51 del codice di procedura penale: ora il traffico illecito dei rifiuti, previsto dall'art. 260 del D.Lgs. n.152/2006 ss.ii.mm., viene annoverato tra i reati di stampo mafioso e, quindi, rientra nel Piano straordinario antimafia, approvato con la stessa Legge n.136 del 2010. Un altro spiraglio che denota una certa attenzione alla problematica è il successo registrato lo scorso 2 ottobre dalla "Prima giornata del riciclo e della raccolta differenziata di qualità": è un evento organizzato dal Ministero dell'Ambiente e dal CONAI che ha visto la collaborazione di ben venti città italiane, nelle quali è stato distribuito il "Decalogo della raccolta differenziata di qualità".
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