La Corte di Cassazione, con ordinanza n. 23727 del 23 novembre 2010, ha affermato che, ai fini dell'applicazione delle sanzioni per lavoro irregolare, non è da ritenersi sufficiente l'assenza in azienda dei libri matricola. La Commissione Tributaria di Matera aveva accolto il ricorso di un contribuente avverso l'avviso di irrogazione di sanzioni a seguito della visita ispettiva della Guardia di Finanza che nell'occasione aveva accertato la mancanza, in sede, dei libri matricola. L'Agenzia delle Entrate proponeva allora appello ma la Commissione Tributaria Regionale rigettava il ricorso e annullava la sanzione ritenendo non sufficiente, ai fini probatori, la mancata presenza dei libri matricola. Avverso tale decisione l'Amministrazione finanziaria proponeva ricorso in Cassazione lamentando la erroneità della statuizione della CTR; la Suprema Corte ha ritenuto infondata tale censura perché fondata sul presupposto che, ai sensi dell'art. 20 del d.p.r. 1124/1965, "l'assenza di scritture obbligatorie sul luogo di lavoro pone una presunzione assoluta (e insuperabile) di assunzione di lavoratori in nero; presunzione che la disposizione, tuttavia, non rivela".
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