Le associazioni dei consumatori, in particolare Adiconsum, Adusbef e Federconsumatori, chiedono l'immediato intervento del governo per far fronte alla situazione - che definiscono "vergognosa" - del rialzo del prezzo della benzina, in concomitanza con la frenata del prezzo del petrolio, sotto i 90 dollari al barile. Secondo le associazioni, il governo, non intervenendo sul caso, si renderebbe complice della mannaia che colpisce i consumatori, con rincari ingiustificati. Al momento, denunciano, il prezzo della benzina al litro tocca 1,50 euro, un livello esorbitante. In particolare, si chiede la immediata riduzione alla pompa di 8-9 centesimi al litro, per eliminare la scandalosa tassa di 5 centesimi, che gli automobilisti ancora pagano, in riferimento alla spedizione in Abissinia del 1936. Altro motivo di lamentela sarebbe l'intervento pre-capodanno del Ministro Tremonti, il quale avrebbe scongiurato lo sciopero dei benzinai, attingendo a risorse per 9 milioni di euro, provenienti da multe dell'Antitrust verso vari settori, e che, invece, avrebbero dovuto essere spese in favore del cittadino-consumatore. Secondo le associazioni, non è la prima volta che vengono distolte risorse, in cui l'unico a pagare, tirando le somme, rimane l'automobilista. Criticata anche la libera interpretazione dei dati, da parte dei petrolieri, i quali determinano aumenti sproporzionati alle pompe, rispetto alle reali variazioni di prezzo del petrolio al barile.
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