La Cassazione ha accolto un ricorso presentato dal deputato della Cdl, Angelo Maria Sanza, ricordando che i parlamentari devono avere le stesse garanzie degli altri cittadini. Sanza, indagato per 'concorso esterno nel reato associativo', si era rivolto ai giudici di piazza Cavour perche' la richiesta di arresto era arrivata alla Camera ma non gli era sta notificata. La Suprema Corte in proposito rileva che 'fare decorrere il termine di impugnazione della richiesta d'arresto pervenuta alla Camera di appartenena dell'indagato, significherebbe imporre l'esercizio del diritto di impugnazione in difetto della 'discovery' cui l'indagato ha diritto'. Come spiega piazza Cavour la richiesta di arresto inoltrata alla Camera 'e' atto diretto alla Camera e non all'indagato', dunque 'non offre le stesse garanzie di piena informazione sul contenuto del provvedimento custodiale, assicurate o dall'esecuzione dell'arresto o dalla sua notificazione'.
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