In concomitanza con il cammino legislativo, che dovrebbe partorire direttive ministeriali concrete, per imporre l'etichettatura obbligatoria sui prodotti agro-alimentari, si moltiplicano di pari passo le iniziative con cui si tenta di salvaguardare la produzione locale, in un periodo di globalizzazione, in cui determinati sapori e genuinità rischiano di scomparire. L'ultimo caso di tutela dei prodotti tipici riguarda il Friuli Venezia-Giulia, dove Confcooperative annuncia l'iniziativa di tutelare produttori e consumatori, attraverso ben 95 punti vendita, sparsi in tutta la regione, in cui si potranno comprare solo prodotti locali, garantiti da alta qualità, e che passano direttamente dal produttore al consumatore, grazie al consorziamento di 50 aziende agricole. In sostanza, in questi 95 pdv si potranno trovare solo prodotti alimentari friulani, proprio di derivazione delle suddette 50 aziende, che così garantiranno ai consumatori non solo l'origine dei beni acquistati, ma dovrebbe consentire loro di comprare a prezzi inferiori, grazie alla filiera accorciata e ridotta all'essenziale. In attesa, quindi, che sia legge l'etichetta obbligatoria sulla provenienza dei prodotti alimentari, da nord a sud il tessuto economico delle realtà regionali tende a darsi una mossa, per vincere la difficile sfida dei mercati globali.
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