Con la delibera n.38/11 del 3 febbraio scorso, l'Autorità Garante per le Comunicazioni ha inteso riordinare una disciplina, quella relativa al televoto, che da mesi suscita aspre critiche, da parte delle associazioni dei consumatori. Varie sono le ragioni delle critiche stesse; si va dall'accusa di un abuso dello strumento, a fini puramente economici, arrivando a chiedere al pubblico di casa se si ama di più il cane o il gatto; poi, seguono tutti i dubbi, relativi sia agli esiti, che alla scarsa trasparenza dei numerosi televoti sulle tv nazionali. Gli ultimi casi sono stati quelli del Grande Fratello, dove alcuni esiti del televoto sono stati deliberatamente annullati, con decisione della produzione, per cui sono stati chiesti i rimborsi di quanto speso dall'utente. Attualissima, poi, la polemica sul televoto per il Festival di Sanremo, in corso, con Agcom che è arrivata a nominare due osservatori, a difesa dei consumatori. Adesso, con la nuova delibera, l'autorità ha previsto che il televoto deve essere pubblicizzato, quanto alle modalità, almeno 7 giorni prima dal suo inizio; che durante la trasmissione vengano indicati espressamente i costi; che sia disattivata la possibilità di tele votare da un call center, rendendo il risultato inficiato; limitazione a 5 massimo del numero di voti che un'unica utenza telefonica potrà esprimere.
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