Milano (e non solo) è sconvolta in questi giorni dallo scandalo affittopoli, ossia della scoperta che tantissime unità immobiliare, in gestione a enti controllati dal Comune, il cui compito era l'assegnazione degli immobili stessi con spirito di finalità sociali, erano, invece, state vendute o affittate a uomini politici e manager pubblici, a prezzi notoriamente sotto quelli di mercato, con una pratica di favoritismi che ha sconcertato l'opinione pubblica e che ha spinto il Sindaco Letizia Moratti a rimuovere il presidente del cda del Pio Albergo Trivulzio, che di dimissioni non voleva sentirne parlare. Adesso, è intervenuto anche il Garante della Privacy, per rispondere a quanti accusano l'autorità di garanzia dei dati personali di avere ostacolato la conoscenza dei nominativi degli affittuari, che poi ha scatenato lo scandalo. Il Garante, invece, ha voluto confermare che la protezione dei dati personali di coloro che vivono negli immobili ceduti in locazione non ha mai impedito la conoscenza di tali famiglie, perché, fatti fermi alcuni principi, è stato senz'altro possibile a consiglieri comunali e provinciali accedere ai nominativi. Il Garante ribadisce la necessità di non ledere la dignità delle persone coinvolte e l'esigenza di non divulgare nomi e dati all'opinione pubblica inutilmente, quindi, di procedere con attenzione alla loro divulgazione.
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