La falsificazione alimentare è uno degli affari al mondo più lucrativi e colpisce più di tutti l'Italia, regina indiscussa nel pianeta per la tavola. Così il falso made in Italy crea un giro di affari di ben 50 miliardi di euro, pari a oltre tre punti di pil italiano. Pensiamo, dunque, al danno economico serissimo che le nostre aziende e la nostra economia subiscono ogni anno, facendo perdere profitti e posti di lavoro. Così, in un'operazione congiunta tra i Nas e il Corpo Forestale dello Stato, sono stati sequestrati prodotti contraffatti, per circa 91 mila confezioni, tra 35 mila litri di aceto balsamico di Modena e 21 mila chili di falso Parmigiano Reggiano. Coldiretti di Modena si è complimentata e ha ricordato come il problema stia nelle normative troppo morbide dell'Unione Europea, dato che Bruxelles non ha riconosciuto, ad esempio, il principio del legame territoriale tra bene e sua produzione/coltivazione, in quanto sarebbe per la UE limitativo del principio della libera concorrenza sul mercato. Per questo, dicono gli agricoltori emiliani, l'aceto balsamico può in teoria essere prodotto con viti in ogni parte del mondo, facendo venire meno le caratteristiche dei cibi venduti (2 su tre italiani sono falsi nel mondo).
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