Una questione molto delicata sta per essere affrontata dai giudici genovesi, che si troveranno a breve a dovere esaminare il caso di un cittadino marocchino di 43 anni, un tale Farid, immigrato in Italia, gestore di una catena di macellerie islamiche, il quale chiede formalmente il riconoscimento legale delle sue tre mogli e rispettivi figli, avendo così la possibilità di chiederne il ricongiungimento familiare. Il marocchino vorrebbe, dunque, che lo stato italiano gli riconoscesse la poligamia, che in Italia non solo non è ammessa per legge, ma addirittura viene punita con il carcere. Secondo Farid, il riconoscimento della poligamia gli consentirebbe di potersi ricongiungere con tutte le tre mogli, potendo così vivere insieme a loro, in uno stato egualitario come prescrive la legge islamica, che vieta un trattamento differenziato delle mogli sposate. Trattamento, sostiene Farid, che egli non può offrire in modo uguale, in quanto la legge italiana gli riconosce solo una moglie e non gli è possibile ricongiungersi con le altre due. Farid continua, sostenendo che questa sua causa vuole essere anche un modo per evitare l'ipocrisia a cui sono costretti molti cittadini immigrati mussulmani, che legalmente fingono di divorziare da una o più mogli, per conformarsi alle leggi italiane. Una causa che non solo scatenerà una serie di polemiche inevitabili, ma è anche la spia della difficoltà di integrazione dei cittadini di fede mussulmana, le cui regole di vita familiare non sono spesso compatibili con il rispetto della legalità in Italia.
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