Ad distanza di alcuni anni dall'eliminazione delle tariffe minime ad opera del cd. "decreto-Bersani", il caro parcelle divide avvocati e clienti. Mentre le associazioni che tutelano i consumatori continuano a ricevere segnalazioni in merito a richieste di parcelle "astronomiche", gli avvocati denunciano l'abolizione delle tariffe minime che, secondo la categoria, ha avuto l'effetto di abbassare di tanto la qualità del servizio. Come fa sapere il Consiglio Nazionale Forense "abbiamo proposto nella riforma forense il ripristino delle tariffe minime vincolanti, dopo l'abolizione da parte del decreto Bersani, come garanzia della qualità della prestazione, anche se per legge il compenso è sempre stabilito liberamente dalle parti. Come abbiamo spiegato in commissione Giustizia alla Camera, in occasione dell'audizione sulla riforma forense, la giurisprudenza comunitaria e italiana hanno sempre ritenuto legittimo il sistema tariffario, che quindi non è contro l'Europa (…) Ci risulta poi che - spiegano in conclusione dal Consiglio nazionale forense - che l'abolizione dei minimi tariffari non abbia avvantaggiato il singolo consumatore, quanto banche e assicurazioni, che hanno potuto rivedere al ribasso le convenzioni con i loro avvocati".
Altre informazioni sull'argomento (in una scheda Adnkronos le interviste Labitalia di Maurizio De Tilla, Carlo Rienzi, Francesco Caia, Pietro Giordano)
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