- Fallimenti, le modifiche del decreto Ristori
- Aiga: "Scelta ingiusta e sperequata del governo"
- Una scure si abbatte su una categoria sacrificata
Fallimenti, le modifiche del decreto Ristori
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Esecutivo al lavoro per ridurre i compensi ai professionisti che si occupano di gestione della crisi d'impresa. La riduzione dei compensi dei professionisti del 25% ha come obiettivo la diminuzione dei costi delle procedure, legandosi comunque alla corresponsione dell'esito. Allo stesso tempo il taglio al 75% della prededucibilità, nel caso degli accordi di ristrutturazione, è connesso alla loro omologazione, mentre nel caso dei concordati preventivi viene agganciata all'apertura effettiva della procedura. Viene stabilito un meccanismo di incentivazione dei curatori alla predisposizione dei progetti parziali di ripartizione, prevedendo che la mancata esecuzione costituisce giusta causa di revoca, per accelerare così la distribuzione delle liquidità presenti nei fallimenti a beneficio dei creditori.
Fa ingresso la disciplina del concordato con riserva la possibilità per il debitore di essere autorizzato al compimento di atti di dismissione del patrimonio senza fare ricorso alle procedure competitive. Nel concordato preventivo possibilità per il tribunale di autorizzare il pagamento della retribuzione dovuta ai lavoratori in relazione alla mensilità antecedente al deposito del ricorso per concordato, in caso di continuità, sia a quella di proseguire il rimborso dei mutui con garanzia reale sui beni strumentali all'esercizio dell'impresa. Cambia la disciplina degli accordi di ristrutturazione ad efficacia estesa, eliminando l'attuale limitazione alle sole banche e allargando la disciplina a tutte le categorie di creditori; come pure a tutti i creditori si potrà applicare la convenzione di moratoria sulla dilazione dei pagamenti. Infine agevolata la possibilità per il debitore di fare ricorso agli accordi di ristrutturazione dimezzando, a determinate condizioni, la percentuale dei creditori aderenti.
Aiga: "Scelta ingiusta e sperequata del governo"
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In particolare, la riduzione dei compensi ai professionisti che si occupano di gestione della crisi d'impresa suscita molta preoccupazione tra i giovani avvocati. Da qui una nota dell'Aiga che, per bocca del presidente, Antonio De Angelis, spiega: «Se dovessero essere veritiere le indiscrezioni circolate in merito alla decisione del Governo di ridurre i compensi ai professionisti che si occupano di gestione della crisi d'impresa, ci troveremmo di fronte ad una delle scelte più ingiuste e sperequate di questo Governo».
Per i giovani avvocati risulta da un lato, sostenere economicamente tutte le categorie professionali con somme stanziate a titolo di welfare e, dall'altro, «danneggiare in modo così evidente il duro lavoro svolto dai professionisti che si occupano di impresa, proprio in un momento come quello attuale, in cui le stesse, più che mai, hanno bisogno di figure qualificate al loro fianco».
Una scure si abbatte su una categoria sacrificata
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Come aggiunge il responsabile dell'Ufficio Legislativo Aiga, avv. Anna Lops, un tale atto significherebbe «non solo continuare a danneggiare, senza colpo ferire, una categoria già fortemente sacrificata dal fermo della Giustizia e dalla generalizzata crisi economica, ma anche sminuire il duro lavoro svolto dai professionisti che per adempiere al loro incarico, al fianco delle Istituzioni, spesso rischiano con la loro stessa vita. Una riduzione del loro compenso produrrebbe effetti nefasti sia per la categoria sia per le stesse imprese che, a lungo termine, ne pagherebbero gli effetti».
L'augurio dell'Aiga è che l'esecutivo ci ripensi e, contemporaneamente, si modifichi «con urgenza tutta la disciplina della liquidazione dei compensi per il patrocinio a spese dello Stato, prevedendo forme di pagamento immediato che consentano una rapida immissione di liquidità in favore dell'Avvocatura».
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