Esami d'avvocato, la proposta Nardo
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Anche per le date previste nel mese di aprile, con la proroga dello stato d'emergenza, gli esami per l'abilitazione alla professione forense dovrebbero svolgersi secondo le modalità ordinarie in un periodo che si caratterizza per l'emergenza sanitaria. Da qui Vinicio Nardo, il presidente dell'Ordine degli avvocati di Milano esprime la sua idea dalla pagina Facebook e chiarisce: «Non si può ignorare il problema dell'esame che devono svolgere coloro che hanno già completato la pratica nel 2020. E siccome siamo in grado di guardare più in là del nostro naso si capisce che l'indicazione della primavera che poi è diventata aprile è molto aleatoria per fare gli scritti. Abbiamo dunque studiato delle forme di esame emergenziale valide solo per quest'anno, per salvare le esigenze sanitarie e che diano una prova seria e che non c'entrano niente con le ipotesi di riforma in discussione in Parlamento".
L'esame orale rafforzato
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Secondo il presidente, si sono prese in esame le modalità degli esami universitari da remoto. Tuttavia, per l'abilitazione dei futuri avvocati servirebbero «strutture e procedimenti informativi molto invasivi che non si possono fare in quattro mesi - da qui l'idea -, che bisognerà fare un esame rafforzato orale». Che, sottolinea il presidente, non deve illudere e far pensare ad «un condono generale, le ipotesi della laurea abilitante, l'ho detto sempre, non è una ipotesi che possa essere seguita». Un ultimo pensiero Nardo lo rivolge alle Associazioni
dei praticanti, la loro - afferma «è una battaglia sacrosanta con i giusti toni, in modo che non si possa dire che vogliono cogliere l'occasione per passare tutti senza fare esame».Nardo: «Intervento con decreto legge»
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Difficile comunque arrivare agli esami orali entro dicembre, considerate le attuali condizioni. «Ad aprile - insiste il presidente - non saremo nelle condizioni per riunire 4mila persone in un posto solo». La soluzione è quella di «pensare un esame serio, orale, che abbia una struttura molto più ampia di quello di adesso, che parte da prove scritte già fatte, quindi anche con una previsione più ampia di materie». Secondo il presidente, in questo caso, si dovrebbe intervenire tramite fonte normativa primaria e veloce «come può essere solo un decreto legge». La conseguenza? Consentire «una valutazione selettiva come sempre si è fatto ma che consenta a questi giovani che stanno patendo le conseguenze del covid più di altri di avere una chance di diventare avvocati entro il 2021».