- In Senato il ddl sulla rigenerazione urbana
- Riuso, decoro e biodiversità
- Contributo dello Stato alla realizzazione degli obiettivi
- I compiti delle Regioni e delle province di Trento e Bolzano
- I Piani comunali di rigenerazione urbana
- Interventi e risorse per finanziare la rigenerazione
- Semplificazione e controlli
- Agevolazioni e incentivi fiscali
In Senato il ddl sulla rigenerazione urbana
[Torna su]
Il ddl n. 1131 (sotto allegato) comunicato alla Presidenza del Senato l'11 marzo 2019 e all'esame delle commissioni, è un provvedimento molto atteso. Da un lato infatti si pone l'obiettivo di rigenerare tutte le aree che si caratterizzano per un forte stato di degrado, dall'altro prevede l'aumento delle imposte collegate ai beni immobiliari. Vediamo quindi cosa prevede questo disegno di legge composto da 19 articoli.
Riuso, decoro e biodiversità
[Torna su]
L'obiettivo del ddl è quello di rigenerare l'ambiente attraverso il riuso delle aree urbanizzate e produttive, migliorare il decoro urbano, sostenere le biodiversità, contenere il consumo del suolo, ridurre quello dell'acqua, tutelare i centri storici sottoposti ai flussi turistici, integrare il tessuto urbano con i trasporti, sostenere l'edilizia residenziale e sociale e coinvolgere maggiormente i cittadini nella fase di progettazione.
Contributo dello Stato alla realizzazione degli obiettivi
[Torna su]
Lo Stato contribuirà alla realizzazione delle finalità individuate dal decreto attraverso:
- l'istituzione di una cabina di regia nazionale per la rigenerazione urbana;
- la predisposizione di un Piano nazionale per la rigenerazione la cui realizzazione sarà favorita anche grazie alla suddetta cabina di regia;
- la creazione di un Fondo nazionale per la rigenerazione urbana, i cui criteri di riparto e il riparto effettivo saranno contenuti nei decreti dei ministeri competenti di concerto tra loro: Ministro dell'economia e delle finanze, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Ministro per i beni e le attività culturali, sentita la Conferenza unificata.
In base alle finalità del Piano nazionale le aree territoriali ricomprese nei Piani comunali di rigenerazione urbana selezionati con i bandi regionali devono essere dichiarate aree d'interesse pubblico.
I compiti delle Regioni e delle province di Trento e Bolzano
[Torna su]
Anche le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano sono tenute ad adottare tutta una serie di misure finalizzate a conseguire gli obiettivi del Piano nazionale di rigenerazione urbana.
Esse devono a tale fine individuare gli ambiti urbani da assoggettare a interventi di rigenerazione urbana e le risorse da destinare ai bandi per la selezione dei Piani comunali di rigenerazione urbana.
Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano infatti dopo la predisposizione del piano di assetto del territorio devono pubblicare il bando a cui possono partecipare gli enti che hanno predisposto un Piano comunale di rigenerazione urbana. Spetta al bando delle Regioni definire i contenuti minimi dei piani comunali e i criteri e le modalità di assegnazione del punteggio per la formazione delle graduatorie.
I Piani comunali di rigenerazione urbana
[Torna su]
Ai Comuni il compito d'individuare le aree che necessitano d'interventi di rigenerazione. Dopo l'individuazione delle aree, che possono essere ricomprese anche tra più enti e che possono essere segnalate anche da privati, si procede alla redazione del Piano, che deve essere approvato dal consiglio comunale o dall'accordo di programma, se coinvolge più enti. Una volta approvata la proposta del Piano Comunale, questo può partecipare al bando regionale.
Il ddl prevede che i piani comunali debbano comprendere anche interventi di rigenerazione dei centri storici, nel rispetto delle normative previste per la tutela dei beni culturali, predisponendo anche misure mirate per ostacolare lo spopolamento e la desertificazione commerciale.
Fenomeno che può essere evitato anche innalzando le aliquote "per gli immobili commerciali e artigianali lasciati inutilizzati da più di dodici mesi sino a tre volte."
Interventi e risorse per finanziare la rigenerazione
[Torna su]
Per finanziare i Piani comunali si può ricorrere ai fondi strutturali europei, avviare e realizzare le attività con il sostegno della Cassa depositi e prestiti, dei fondi immobiliari privati o costituendo fondi comuni d' investimento.
Semplificazione e controlli
[Torna su]
Per accelerare il raggiungimento degli obiettivi di rigenerazione urbana si vuole procedere alla semplificazione di alcune disposizioni che fanno riferimento a limiti inderogabili di densità edilizia, altezza, distanza fra le costruzioni, rapporti tra spazi destinati agli insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici o riservati alle attività collettive, al verde pubblico o ai parcheggi.
Disposizioni che dovranno essere osservate nel momento in cui si formeranno i nuovi strumenti urbanistici o si revisioneranno quelli esistenti. Previsti controlli da parte dell'Autorità Anticorruzione su procedure e contratti.
Agevolazioni e incentivi fiscali
[Torna su]
Agli immobili oggetto d'interventi di rigenerazione urbana si prevede di non applicare IMU, TASI e TARI.
I comuni possono deliberare di ridurre anche in misura superiore al 50% i tributi o i canoni dovuti per l'occupazione del suolo pubblico e di ridurre del 10 % il contributo previsto per il rilascio del permesso di costruire.
Imposte di registro, ipotecaria e catastale nella misura fissa di euro 200 ciascuna ai trasferimenti d'immobili, nei confronti dei soggetti che attuano interventi di rigenerazione urbana d'iniziativa pubblica o privata.
Detrazione del 65% per gli interventi di ristrutturazione edilizia e riqualificazione energetica, per le spese sostenute, documentate e rimaste a carico del contribuente, anche in relazione alle opere realizzate sugli edifici compresi nel Piano comunale di rigenerazione urbana e a quelle di demolizione e successiva ricostruzione.
Detrazione dall'imposta lorda del 50% dell'importo corrisposto per l'acquisto di unità immobiliari a destinazione residenziale, di classe energetica A o B, cedute da imprese dopo gli interventi previsti nel Piano comunale di rigenerazione o in caso d'incentivi finalizzati a favorire a loro volta quelli di retrofit energetico (risparmio energetico e riduzione dei consumi) e consolidamento antisismico.
Scarica pdf Ddl 1131 Misure per la rigenerazione urbana