- Pandemia e imprese, la proposta per uscire dalla crisi
- Gestione crisi d'impresa, la rivoluzione gentile
- Le proposte: rivalutare l'impresa come bene sociale
Pandemia e imprese, la proposta per uscire dalla crisi
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Con il perdurare dell'emergenza sanitari servono urgenti da parte del governo alla crisi economica delle imprese. Da qui la proposta formulata dall'Ordine degli Avvocati di Milano e dall'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Milano dopo la costituzione
di un gruppo di lavoro che ha formulato un testo, inviato alla Ministra Cartabia, contenente proposte di interventi normativi al Codice della Crisi. A fare il punto della situazione ci pensa il Presidente dell'Ordine degli Avvocati di Milano, Vinicio Nardo, che rimarca «la crisi epocale» che stiamo vivendo e che «colpisce l'economia e quindi la società italiana con la pandemia, ma che nasce da problemi antichi allevati ben prima del covid-19 anche da una normativa sulla gestione delle crisi aziendali che ha alimentato in parte un mercato meno competitivo di quello di altri Paesi. Come per moltissime altre situazioni, che coinvolgono noi avvocati - aggiunge - e quindi tutti i cittadini e tutte le imprese, adesso abbiamo l'opportunità unica di correggere errori storici per favorire il rilancio per uscire da questa crisi, ma in realtà per rimettere in moto un Paese finalmente sui binari giusti. Per questo abbiamo fatto squadra con gli amici Commercialisti per dare un nostro aiuto al lavoro di enorme responsabilità che sta facendo il Governo in questo momento, consapevoli che non sono solo i soldi dell'Europa in gioco ma l'occasione unica, che abbiamo solo adesso, di cambiare il nostro Paese per i prossimi 50 anni e non per i 5 del PNRR e del Recovery fund».Gestione crisi d'impresa, la rivoluzione gentile
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Come chiarisce una nota del gruppo di lavoro, lo scopo è «dare un contributo che nasce dalle rispettive competenze per aiutare il Governo in questa fase decisiva». Per questo motivo il documento propositivo è stato inviato alla Ministra della Giustizia, Prof.ssa Marta Cartabia, alla Commissione Ministeriale per le proposte di interventi normativi al Codice della crisi d'impresa e all'Ufficio Legislativo del Ministero della Giustizia. Ad essere indicate sono «alcune strade per una rivoluzione gentile nella gestione positiva della crisi d'impresa». Secondo chi ha messo a frutto il lavoro le proposte di riforma avanzate sono ispirate ad un cambiamento dell'angolo visulae, in modo da incontro alle imprese e quindi ai lavoratori e al futuro del Paese.
Le proposte: rivalutare l'impresa come bene sociale
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In particolare il focus si è incentrato su «rivalutazione dell'impresa come bene sociale, la rilettura della crisi aziendale con una cultura aziendalistica oltre che legale - spiegano ancora avvocati e commercialisti - come la protezione del valore della continuità aziendale, l'attenzione ai capitali non finanziari delle imprese, la riconsiderazione della liquidazione fallimentare dimostratasi inefficiente rispetto al suo reale valore residuale, la revisione di una disciplina della crisi che non scoraggi il rischio d'impresa e quindi l'economia e, infine, la priorità ad una gestione delle crisi aziendali che non distragga l'attenzione dall'economia criminale che cresce nelle patologie ordinarie attuali».
Il lavoro di riprogrammazione contenuto nell'articolata proposta degli ordini di avvocati e commercialisti immagina «una rivisitazione radicale dell'approccio alla crisi d'impresa. Tra le molte strade tracciate da Avvocati e Commercialisti milanesi alcune nello specifico potrebbero rappresentare una rivoluzione gentile ma fondamentale per tutta l'economia italiana: l'aumento delle soglie di fallibilità, la previsione di misure antiriciclaggio più stringenti ed efficaci, alcune modifiche essenziali dell'istituto del concordato preventivo e l'eliminazione dei sistemi presuntivi di quantificazione del danno».
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