- Spesa pubblica per errori giudiziari in calo nel 2020
- Ingiusta detenzione, applicazione
- Ingiusta detenzione, gli aggiustamenti necessari
Spesa pubblica per errori giudiziari in calo nel 2020
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La spesa pubblica per i casi di errori giudiziari e di ingiusta detenzione è diminuita nel 2020. Un andamento in controtendenza rispetto ai tre anni precedenti in cui invece era aumentata. Nello specifico, 2019 la spesa era aumentata del 27% rispetto al 2017, nel 2020 l'importo complessivo (cioè di 43.920.318,91 euro) è risultato superiore a quello del 2017 ma inferiore a quelli del 2018 e 2019. A dare questi numeri p Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato della Corte dei conti nella relazione su "Equa riparazione per ingiusta detenzione ed errori giudiziari", approvata con delibera n. 15/2021/G.
Ingiusta detenzione, applicazione
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La disposizione, come riporta un comunicato della Corte dei conti, chiarisce che la riparazione pecuniaria per ingiusta detenzione è prevista dagli artt. 314 e 315 del codice di procedura penale. La disciplina si applica anche ai casi di errore giudiziario regolati dall'art. 643 cpp. L'istituto dunque rappresenta il riconoscimento a livello normativo del principio di civiltà giuridica e di attuazione dei valori di un ordinamento democratico in virtù del quale chi sia stato privato ingiustamente della libertà personale ha diritto ad una congrua riparazione per i danni materiali e morali patiti.
Ingiusta detenzione, gli aggiustamenti necessari
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Nel lavoro su un campione di ordinanze irrevocabili, fatto dalla Sezione, ha evidenziato «una difforme applicazione dei criteri di liquidazione di tali ristori da parte delle Corti d'appello. Questo suggerisce l'opportunità di un monitoraggio del Ministero della giustizia per l'acquisizione dei provvedimenti giudiziari per i quali si potrebbero prefigurare indennizzi». La magistratura contabile rileva che, al momento «né la normativa speciale, né il codice di procedura penale
, prevedono norme di coordinamento tra la disciplina dell'indennizzo per ingiusta detenzione ex art. 314 e 315 cpp e quella di cui alla legge n. 117/1988 relativa a "Risarcimento dei danni cagionati nell'esercizio delle funzioni giudiziarie e responsabilità civile dei magistrati", che, se introdotte, impedirebbero il possibile cumulo delle azioni da cui potrebbe conseguire una duplicazione della spesa per indennizzo e risarcimento del danno».In chiusura considerato che «in ambito europeo sussiste un disallineamento delle tutele previste dai vari Stati per i ristori economici a fronte delle ingiuste detenzioni, la Corte ritiene auspicabile l'attivazione di iniziative dirette alla tendenziale equiparazione dei criteri della loro quantificazione, in considerazione dei riflessi finanziari della sempre più frequente "circolazione" dei provvedimenti giudiziari nell'ambito dell'Unione europea».