Altro che modello virtuoso per il Superbonus, come invoca giustamente StudioCataldi.it: l'ennesima modifica alla normativa del 110% è uno schiaffo agli italiani che, per lavoro o in qualità di condòmini, hanno deciso di utilizzare la maxi-agevolazione.
Il decreto Sostegni-ter impone, all'art. 26, il blocco della cessione del credito, consentendola una sola volta, con l'obiettivo dichiarato di fermare le frodi. Peccato, però, che in questo modo, si ottenga il blocco non degli illeciti, ma dei lavori edilizi avviati grazie al Superbonus. Ben l'80% degli interventi in corso rischiano infatti di non andare avanti.
Il motivo è semplice: le banche e le stesse imprese di costruzione si vedranno costrette a scegliere, puntando esclusivamente sui grandi interventi, meglio remunerati, abbandonando al loro destino migliaia di cantieri, non meno importanti ma di peso economico minore. In pratica, si discriminerà un condominio rispetto ad un altro.
L'ennesima modifica normativa della maxi-detrazione colpirà quindi i tanti, tantissimi condòmini che, grazie alla cessione del credito, avevano potuto avviare l'efficientamento energetico ed il rifacimento degli edifici.
Una norma che dovrebbe contrastare gli operatori disonesti danneggerà invece l'economia, perché molti cantieri, in mancanza della liquidità legata alla cessione del credito, non potranno contare sui fondi necessari. In un momento di crisi per molte categorie, questo rappresenterebbe una sciagura.
In sintesi, con un solo articolo, si cancellerebbe l'impatto positivo del Superbonus, vale a dire nuovi posti di lavoro, opportunità per le imprese fiaccate dalla pandemia, rigenerazione almeno parziale del nostro patrimonio immobiliare. Con queste critiche non si negano i problemi che l'agevolazione presenta.
La soluzione, però, non può essere quella prospettata dal decreto. Invece di seguire una linea retta, il Superbonus ha cambiato più volte struttura, le regole hanno subìto continue modifiche, creando confusione. E si sa, nel caos è più agevole che il malintenzionato trovi spazio di manovra.
Se la politica avesse dato ascolto alle indicazioni degli addetti ai lavori e della stessa ANAMMI, certamente avremmo evitato molte complicazioni. Fin dall'inizio, avevamo sottolineato l'importanza dei controlli, mettendo in guardia dall'eccesso di burocrazia. Come ci insegnano molte vicende italiane, i troppi adempimenti sono spesso l'anticamera delle frodi.
Alle forze politiche e al governo, l'ANAMMI rivolge un appello: cancellate dal decreto il blocco alla cessione del credito, ridate libertà alle imprese, ai professionisti e ai condòmini.
Contro chi si comporta in modo illecito, servono regole chiare e semplici, "bastonare" chi lavora o vuole semplicemente ricorrere al Superbonus è iniquo e controproducente.
Alla fine, come sempre, ci rimetterebbe l'Italia.
Prof. Giuseppe Bica
Presidente ANAMMI
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