- La riforma dal metodo parasindacale
- Il problema della progressione delle carriere
- La riforma passa per il pensiero di Piero Calamandrei?
La riforma dal metodo parasindacale
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E' curioso quello a cui stiamo assistendo, sul punto è intervenuto e ha giustamente fatto sentire la sua voce anche il Presidente dell'Unione delle Camere Penali Avv. Gian Domenico Caiazza con il quale lo scrivente non può che concordare sulle affermazioni rese nell'intervista rilasciata al "Dubbio".
La riforma della magistratura sarà scritta da magistrati, con un metodo giustamente definito nell'articolo parasindacale. L'attenzione sembra essere tutta rivolta sulla questione del sistema elettorale ma uno dei veri nodi irrisolti delle principali problematiche che attanagliano la magistratura è quella delle valutazioni di professionalità (che ottengono una percentuale di valutazioni positive che sfiora il 100%).
Da avvocati, è impossibile non concordare con il Presidente dell'Unione delle Camere Penali quando invoca la partecipazione dell'avvocatura nella riforma del CSM al fine di avviare una stesura bipolare della riforma.
La questione poi del sorteggio rende ancora più perplessi, sembra un tentativo disperato di risolvere con una soluzione elementare un problema molto più complesso, come si suol dire, rispondere a problemi molto complessi con risposte troppo semplici.
Ma al di là di questo, sembra ci si sta allontanando dal problema principale, la progressione delle carriere.
Il problema della progressione delle carriere
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Solo nella magistratura le carriere procedono autonomamente, con valutazioni positive che si attestano non molto lontane dal 100%. Questo appiattisce sicuramente la competizione tra magistrati e causa la presenza di più candidati equivalenti quando si tratta di nominare magistrati in posti apicali (es. Presidente di Corte di Appello).
Quindi ci si unisce a quanto detto dall'Avv. Caiazza ritenendo opportuno che se la magistratura vuole veramente innovarsi e cambiare se stessa (mossa necessaria a parere di chi scrive nel - forse - suo peggior periodo) allora ha bisogno di riformare il sistema dei meccanismi di progressione della carriera dei giudici.
La valutazione della professionalità non operata in maniera automatica comporterebbe una maggiore responsabilizzazione e "sana" competizione tra i giudici, che sicuramente sarebbero molto stimolati a lavorare in maniera più proficua da un sistema del genere.
Il sistema attuale, invece, ha la grande pecca di esporre troppo il fianco ai sistemi correntizi e all'inerzia/non produttività di alcuni.
E' necessario che anche i magistrati siano pienamente responsabili della qualità del proprio lavoro, perché non garantire questo significa deresponsabilizzare il magistrato stesso (ovviamente poi entra sempre in gioco nel discorso la persona, la sua etica, la sua moralità ecc..).
Recuperare dei chiari meccanismi di merito delle carriere permetterà molto probabilmente di evitare casi come quello dei vertici della Cassazione, fermo restando che i tribunali amministrativi sono spesso interessati da ricorsi di questo genere, magari solo meno famosi o di pubblico interesse.
La riforma passa per il pensiero di Piero Calamandrei?
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Nel quadro delineato, a parere di chi scrive ben si colloca la possibilità di far sedere gli avvocati nei consigli giudiziari. Infatti, riprendendo l'insegnamento di un grande giurista, Piero Calamandrei, i giudici e gli avvocati non sono antagonisti per natura, ma al contrario: "il segreto della giustizia sta in una sempre maggior umanità e in una sempre maggior vicinanza umana tra avvocati e giudici nella lotta contro il dolore".
Onestamente non si poteva chiudere questo articolo con una citazione più autorevole, valida e lungimirante di questa.
Lo scrivente auspica per il bene della giustizia e della collettività che la riforma del CSM possa essere portata a termine nel migliore dei modi e con la massima partecipazione di tutti gli operatori del diritto, senza mettere una "toppa" al problema, perché non dimentichiamoci che l'amministrazione della giustizia comporta riflessi importantissimi anche sulla società, sull'economia e tanto altro ancora.
Mail: avv.carlo.casini@gmail.com
PEC: carlocasini@ordineavvocatiroma.org