- Avvocati, pandemia e crisi della giustizia
- Le misure anticovid
- Le denuncia delle criticità
- I parametri forensi
Avvocati, pandemia e crisi della giustizia
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«La crisi della Giustizia, di certo non provocata dall'emergenza sanitaria ma di fatto oggi da essa amplificata, e? un problema che investe l'intera societa? e occorre il massimo impegno di tutti noi per affrontarlo e risolverlo senza pregiudizi e senza riserve». Fa il punto sulla situazione della giustizia nel nostro Paese, Maria Masi, presidente del Consiglio nazionale forense, per le dieci pagine che sintetizzano criticità e fotografano la situazione attuale, nella relazione (in allegato) per l'apertura dell'anno giudiziario 2002. L'intervento del ministro della Giustizia, Marta Cartabia ha toccato la riforma del settore giustizia, sottolineando la necessità di rafforzare le strutture giudiziarie del Paese e internazionali.
Le misure anticovid
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Per la presidente Masi le richieste arrivano da «una societa? provata dall'emergenza sanitaria, affaticata dai problemi legati al lavoro, alla professione, alla precarieta? dell'occupazione e quindi alla precarieta? del reddito, delusa nelle aspettative di giustizia, confusa tra dubbi e certezze, impaurita da eventi che evidentemente non sempre e non bene si possono controllare. La demolizione progressiva e latente del tessuto istituzionale che e? in atto insidia pericolosamente la democrazia - evidenzia nella sua relazione - come giuristi abbiamo il dovere di analizzare e contestualizzare tutte le generazioni e le degenerazioni della sua crisi e dei suoi valori. Dall'Avvocatura la pressante richiesta che «con particolare urgenza che siano revocate o almeno ridimensionate le misure emergenziali, adottate in un contesto, fortunatamente molto diverso da quello attuale». In particolare, nel civile, ha detto Masi, la modalità della trattazione scritta si potrebbe mantenere solo nelle ipotesi già contemplate nel progetto di riforma. Nel penale serve superare «il limite delle giornaliere trattazioni tabellari, rimodulare la calendarizzazione delle udienze e degli orari e soprattutto garantire il libero accesso alle cancellerie». Poi la considerazione sul fatto che tra qualche giorno «saremo liberi di accedere, volendo, ad ogni iniziativa ludica, culturale ed è giusto che anche la Giustizia si disancori da limitazioni e divieti di accesso»
Le denuncia delle criticità
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L'Avvocatura non perde occasione per segnalare «le criticità non solo nell'esercizio del singolo mandato ma soprattutto nell'assolvimento del ruolo sociale. Anche per questo, il CNF ha ritenuto doveroso rinnovare il protocollo d'intesa con il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. Sarà anche per questo necessario intervenire sulla legge dell'ordinamento professionale ma con l'attenzione e la cura che si deve per garantire alla funzione, comunque e sempre, libertà e indipendenza.
Garanzie che non sono incompatibili in maniera assoluta con nuovi e possibili profili professionali, configurabili anche alla luce di normative di recente approvazione: avvocato negoziatore, compositore, mediatore, curatore del minore, consulente(?), ovvero specializzato in uno o più settori dello scibile giuridico - inoltre - L'avvocatura, nonostante le rassicurazioni sul fatto che sia già contemplata per essa la medesima prerogativa attribuita alla magistratura, ritiene che sia maturo il tempo perché sia esplicitato con chiarezza quali siano i soggetti ai quali la legge demanda la difesa, ritiene sia maturo il tempo per definire, razionalmente ed oggettivamente, quel "percorso comune" di magistrati e avvocati del quale parliamo da anni, e rimasto sulla carta, nell'ottica di favorire una comune cultura della giurisdizione e in linea con quanto già proposto sia in sede di revisione dei percorsi universitari, sia in sede di proposta di riforma dell'accesso alla magistratura. Un'omogenea formazione degli attori del sistema giustizia, ancora e maggiormente convinti della giustezza della causa, ancora una volta a esclusivo favore della Giustizia».
I parametri forensi
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La presidente ha inoltre rivendicato il fatto che il Consiglio «ha lavorato molto sulla proposta di modifica degli stessi e bene, a giudicare dal parere favorevole espresso dal Consiglio di Stato, anche grazie alla fattiva collaborazione degli ordini e delle associazioni che non hanno fatto mancare il loro contributo, nonostante i tempi stretti di consultazione. Ritengo giusto segnalare che nella nostra proposta i valori indicati, calcolati in base ai parametri oggi vigenti, dovrebbero essere ricalcolati ed adeguati all'aumento dei beni e servizi che più hanno inciso sui costi di uno studio legale, a partire dal 2014 ad oggi».
Scarica pdf Relazione Presidente CNF Cerimonia 25 marzo 2022• Foto: 123rf.com