- Insegnanti: verso la riforma del reclutamento
- Riforma reclutamento, formazione iniziale
- Riforma reclutamento, i precari
Insegnanti: verso la riforma del reclutamento
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Come cambieranno le modalità per chi vuole insegnare? Da settimane è al lavoro il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi che ieri ha illustrato il nuovo piano di reclutamento degli insegnanti alle forze di maggioranza e alle organizzazioni sindacali. Due le opzioni sul piatto o il concorso a crocette, così come previsto dal decreto Sostegni bis indicato dal Governo come parte integrante del nuovo reclutamento, con cadenza annuale, oppure una modalità differente delle prove concorsuali che permetta di arrivare a bandire un concorso ogni due anni.
Riforma reclutamento, formazione iniziale
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Previsti due iter separati, come riportato da Orizzonte Scuola, il primo riguarda la formazione iniziale, con un percorso che prevede una Laurea Magistrale o a ciclo unico, un corso di formazione che verrà impartito da centri di ateneo per il conseguimento di 60 crediti formativi e una prova di abilitazione per accedere al concorso a cattedra. Superato il quale si accederà all'anno di prova che si concluderà con la valutazione finale e la definitiva immissione in ruolo. In particolare, per la formazione presso gli Atenei, saranno creati dei percorsi legati al mondo della scuola.
Riforma reclutamento, i precari
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Percorso a parte per i docenti precari che abbiano al loro attivo 36 mesi di attività. Essi potranno accedere direttamente al concorso pubblico e procedere di seguito al riallinemento formativo grazie ad un contratto part-time ed un percorso finalizzato all'acquisizione di 30 CFU nei centri di Ateneo, con successiva prova di abilitazione ed anno di prova. Nelle intenzioni c'è anche il canale transitorio, che vedrebbe l'intenzione di accelerare l'immissione in ruolo dei docenti fino al 2024. Prevista, infine, la formazione continua per il personale.
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