Numerose associazioni e politici appartenenti anche ad opposti schieramenti da anni lamentano che l'Italia è rimasto l'unico Paese europeo a prescrivere il rispetto di una serie di rigorosi adempimenti e vincoli per poter accedere alla rete wi-fi. Le restrizioni sono state imposte dal decreto legge 27 luglio 2005 n.144 convertito, con modificazioni dalla legge 31 luglio 2005, n. 155, nota anche come legge Pisanu, intitolata "Misure urgenti per il contrasto del terrorismo internazionale". Tra i principali ostacoli al libero accesso ricordiamo le macchinose procedure da seguire per aprire un sito pubblico di connessione senza fili e l'obbligo per le imprese private e perfino per i servizi pubblici, che permettono agli utenti la connessione wi-fi, di chiedere un documento d'identità di chiunque navighi in rete. La normativa di cui trattasi è stata il frutto del clima di paura e diffidenza provocato dai noti attentati avvenuti a Londra poco prima della sua approvazione, ma, come hanno ammesso gli stessi fautori della riforma in argomento, ha sortito scarsi effetti in tema di tutela della sicurezza nazionale, provocando solo ingiustificati limiti all'utilizzo di internet nel nostro Paese. Ebbene, anche grazie alle pressioni esercitate dai Ministri Brunetta e Meloni, che sono riusciti a superare le resistenze precedentemente manifestate dall'Onorevole Maroni, il Consiglio dei Ministri ha dato finalmente l'ok alla liberalizzazione dell'accesso alla rete wi-fi a partire dal 1° gennaio 2011, fermo restando che, nei prossimi mesi, il Governo sarà impegnato ad elaborare nuove norme che possano garantire adeguati standard di sicurezza senza limitare l'accesso ad internet.
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