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Il quesito:

Ho avuto l’incarico di valutare i danni causati da infiltrazioni susseguenti a piogge abbondanti in un locale di una pellicceria in cui erano temporaneamente (o forse occasionalmente) “parcheggiate” diverse pellicce nonché cartamodelli relativi alle pellicce. Oltre ai danni al locale una parte di queste pellicce (sette su dieci, per la precisione) ha subìto danni irreversibili a detta dell'azienda che ha provveduto alla pulizia delle pellicce dopo che erano state investite dall'acqua; anche i carta modelli sono usciti danneggiati. La stima del danno delle pellicce (supportata da documenti) è di 30.000 euro circa. Il valore dei cartamodelli (cioè quello che è stato pagato per averli, ci sono i documenti ) si aggira sugli 86.000 euro. Beninteso non si tratta dei cartamodelli riguardanti dieci pellicce, ma di una raccolta di cartamodelli approntati da aziende  (o studi) specializzate in questo settore. Per la stima dei danni alle pellicce occorrerebbe un esperto che non sarà facile trovare perché la pellicceria che ha subìto il danno è una grossa realtà locale e non è semplice trovare chi valutando i danni presunti poi potrebbe avere compromessi i rapporti di lavoro con la pellicceria. Al di là di questo chiedo: è possibile che l'acqua caduta addosso alle pellicce ne abbia azzerato il valore?

Parimenti è possibile che i cartamodelli, al di là che si sono bagnati (in tutto o in parte), abbiano comunque un valore? Voglio dire il disegno di un modello (che per me è equiparabile al progetto di un architetto per un'abitazione) vale solo per il committente che caricherà questo costo sulle pellicce oppure non è così e i modelli invece conservano un valore intrinseco? Infine, se queste pellicce e questi cartamodelli sono di elevato valore non andavano conservati in appositi locali (tipo caveau e non in locali privi di qualsiasi tipo di protezione) al riparo comunque da eventi accidentali come quelli che nel caso specifico ne hanno compromesso l'integrità; non si configura una responsabilità del titolare della pellicceria?

Vorrei un parere perché siccome devo provare ad arrivare ad una transazione vorrei essere in grado di proporre delle cifre che risultino convenienti per le parti in causa (la pellicceria e il condominio dove ha sede la pellicceria). Se non mi sono spiegato bene sono disponibile a fornire qualsiasi tipo di delucidazione.

 

La risposta:

La questione oggetto del presente parere è composta da una serie di problematiche da analizzare autonomamente.

Procediamo quindi per punti.

Il danno alle pellicce

Con riferimento alle pellicce, occorre precisare che la stima dei danni subiti da un bene materiale varia a seconda che il bene stesso sia stato completamente distrutto o solo danneggiato e, se danneggiato, a seconda che esso possa essere o meno riparato.

Se il bene è andato completamente distrutto, il risarcimento andrà calcolato sulla base del valore di mercato dello stesso.

Viceversa, se il bene è stato solo danneggiato, il risarcimento andrà calcolato tenendo conto dei costi necessari per le riparazioni (se possibili) e sarà maggiorato dall’indennizzo per l’eventuale deprezzamento o dipenderà dal valore del bene, sottratto il valore di quanto sia possibile recuperare per il riutilizzo o la vendita.

Sulla base di quanto detto, è difficile, ma non impossibile, che l’acqua caduta addosso alle pellicce ne abbia azzerato il valore. Una corretta stima dei danni dovrebbe tenere conto di quanto visto, quindi della possibilità/opportunità di riparare il capo e venderlo a un prezzo inferiore o anche di recuperare parte del materiale che lo compone.

È chiaro, però, che una stima corretta non può prescindere dalla consultazione di un esperto di moda e pellicce. I fattori dai quali dipende la quantificazione dei danni, infatti, sono strettamente connessi a una serie di circostanze in grado di incidere in maniera anche molto rilevante su di essa (si pensi, ad esempio, al tempo di permanenza dei capi in luogo bagnato).

Il danno ai cartamodelli

Venendo ai cartamodelli, non è pienamente corretto dire che gli stessi possono essere equiparati al semplice progetto fatto da un architetto per un immobile.

I cartamodelli, infatti, sono beni in grado di essere utilizzati per la realizzazione non di un solo capo ma di diversi, numerosi, capi contraddistinti da una loro specificità.

Non è un caso, infatti, che i cartamodelli, nelle imprese operanti nel settore della moda, costituiscono un mezzo idoneo a incrementare il valore dell’azienda. In tal senso, essi possono essere paragonati, ad esempio, al know-how aziendale.

In caso di cessione di azienda, quindi, la cessione contestuale dei cartamodelli è perfettamente idonea ad incidere sul valore della stessa.

Si tratta, insomma, di beni commerciali che, specie (ma non solo) se registrati e posti sotto la protezione del diritto d’autore, possono assumere un valore anche molto elevato.

Anche qui i fattori in ballo per un corretto esame della questione sono molti: occorre, ad esempio, valutare se quei cartamodelli erano pezzi unici o sono, invece, agevolmente riproducibili, quali siano gli eventuali costi per ottenerne una copia, la possibilità che gli stessi siano recuperati anche in parte, e così via.

La custodia dei beni

Per quanto concerne, infine, la custodia dei beni, nessuna responsabilità può essere addebitata alla pellicceria.

Resta solo da capire quale responsabilità sussista in capo al condominio.

Nel nostro ordinamento non esiste, infatti, alcun obbligo giuridico di custodire beni dei quali si è proprietari, anche se di elevato valore, in ambienti particolari.

Soprattutto considerando che nel caso di specie le pellicce e i cartamodelli erano custoditi in un locale che, di per sé, non rappresenta un ambiente rischioso per l’integrità dei predetti beni.

Nessuna negligenza può quindi essere addebitata ai titolari della pellicceria.

Nel nostro ordinamento, infatti, obblighi particolari di custodia sono previsti solo nel caso in cui dalla libertà della custodia potrebbero derivare danni a situazioni meritevoli di protezione giuridica: il riferimento va alle modalità di custodia delle armi da fuoco che, se non oggetto di specifiche cautele, potrebbero mettere a repentaglio la sicurezza pubblica.

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In definitiva: è ben possibile ma non scontato che le pellicce siano state integralmente danneggiate dall’acqua. Per poter limitare il risarcimento o anche formulare un’adeguata proposta transattiva è, quindi, opportuno verificare tramite esperti se qualcosa delle stesse può essere recuperato e se questo qualcosa ha effettivamente valore.

Lo stesso dicasi per i cartamodelli, beni di per sé idonei ad assumere un intrinseco valore.

Nella gestione dei rapporti tra le parti, infine, occorre tener presente che nel caso di specie, così come prospettato, non sembra esserci alcuna corresponsabilità dei titolari della pellicceria nella causazione del danno dagli stessi subiti. Sicuramente è da escludersi un obbligo di custodia delle pellicce e dei cartamodelli in locali dotati di particolari misure di sicurezza.

Occorre invece valutare l’effettiva responsabilità del condominio.

Avv. Valeria Zeppilli

 

Per eventuali successivi approfondimenti o nel caso in cui avesse bisogno di assistenza legale potrà prendere contatti con la scrivente inviando una email al seguente indirizzo: valeria.zeppilli@gmail.com