Il terzo giorno della prova scritta, il candidato dovrà redigere l'"atto giudiziario".
Generalmente si tratta di una prova più semplice rispetto alla stesura del parere, almeno per tutti coloro che hanno svolto la pratica forense in maniera proficua: durante i 18 mesi di pratica infatti, sarete stati sicuramente chiamati a scrivere diversi atti.
Gli atti proposti sono tre: uno in materia di diritto civile, uno in materia di diritto penale e uno in materia di diritto amministrativo.
La scelta dell'atto è solitamente molto più semplice e immediata rispetto a quella del parere perché rispecchia la tipologia di pratica forense che avete appena svolto.
Fate molta attenzione però: non impuntatevi nel voler fare un atto SOLO perché è quello che appunto rispecchia la pratica svolta. Scegliete l'atto che siete certi di saper redigere con sicurezza e senza errori. A differenza del parere infatti, in questo caso la forma sarà determinante per la buona riuscita della prova.
Statisticamente, gli atti che più spesso vengono proposti all'esame da avvocato sono la comparsa di costituzione e risposta con domanda riconvenzionale per quanto riguarda l'atto in materia di diritto civile e l'atto di appello per quando riguarda l'atto in materia di diritto penale. E' comunque molto importante esercitarsi nella redazione di atti meno conosciuti, per essere pronti ad affrontare eventuali "sorprese".
Una volta scelta la traccia, sarà necessario rileggere la stessa con attenzione al fine di capire pienamente il fatto descritto e decidere con assoluta certezza quale atto sarà opportuno redigere nel caso di specie.
Una volta scelto l'atto, lo stesso dovrà essere redatto secondo i requisiti di forma e di sostanza previsti dalla legge e diversi per ogni circostanza.
Data: 29 settembre 2020