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Espropriazione per pubblica utilità

L'espropriazione per pubblica utilità è il principale degli atti ablatori che consente allo Stato di sacrificare gli interessi privati a vantaggio della collettività, privando un soggetto di uno o più beni di sua proprietà per un interesse pubblico, in cambio di un indennizzo

Cos'è l'espropriazione per pubblica utilità

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L'espropriazione per pubblica utilità è il principale dei provvedimenti ablatori reali conosciuti dal nostro ordinamento, ovverosia gli atti con i quali il pubblico potere sacrifica gli interessi di un privato cittadino per il vantaggio della collettività. 

Con essa, infatti, un soggetto viene privato, in tutto o in parte, di uno o più beni immobili di sua proprietà per una causa di interesse pubblico che sia legalmente dichiarata. 

Il sacrificio del soggetto espropriato viene ricompensato con un'indennità.  

Espropriazione per pubblica utilità: la disciplina

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Ad occuparsi espressamente dell'espropriazione per pubblica utilità è l'articolo 834 del codice civile, che così recita: "Nessuno può essere privato in tutto o in parte dei beni di sua proprietà se non per causa di pubblico interesse, legalmente dichiarata, e contro il pagamento di una giusta indennità. Le norme relative all'espropriazione per causa di pubblico interesse sono determinate da leggi speciali". 

Tale istituto, tuttavia, trova una sua fonte esplicita anche nella Costituzione che, all'articolo 42, comma 3, dispone che: "La proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi di interesse generale".

Il Testo Unico Espropri

La fonte normativa speciale dedicata all'espropriazione per pubblica utilità, infine, è rappresentata dal d.p.r. n. 327/2001 (cd. Testo Unico in materia di espropriazione). 

Procedimento di espropriazione per pubblica utilità

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Operativamente, l'espropriazione per pubblica utilità si articola in quattro fasi:

  • Sottoposizione del bene a vincolo

che si perfeziona nel momento in cui viene approvato il piano urbanistico generale ed ha una durata di 5 anni.

  • Dichiarazione di pubblica utilità

che, se l'opera è conforme alle previsioni dello strumento urbanistico, consegue direttamente ai provvedimenti con cui è disposta l'espropriazione mentre, se l'opera non è conforme alle previsioni dello strumento urbanistico, discende esplicitamente dall'approvazione del progetto dell'opera che deve essere realizzata.

  • Determinazione anche provvisoria dell'indennità
  • Decreto di esproprio

che interviene successivamente al pagamento dell'indennità provvisoria accettata, al suo deposito presso la Cassa depositi e prestiti o al pagamento dell'indennità definitiva non accettata. Il passaggio di proprietà del bene deve intervenire entro due anni dal decreto. 

Indennizzo per l'espropriazione

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Si è detto che l'espropriazione presuppone un indennizzo, che va determinato nel seguente modo:

  • Esproprio di area non edificabile

Si applica il criterio del valore agricolo, tenendo conto delle colture effettivamente praticate sul fondo e  del valore dei manufatti edilizi legittimamente realizzati. Non viene valutata la possibile o l'effettiva utilizzazione diversa da quella agricola.

  • Esproprio di area non effettivamente coltivata

Si tiene conto del valore agricolo medio corrispondente al tipo di coltura prevalente nella zona e al valore dei manufatti edilizi legittimamente realizzati. 

  • Esproprio di area edificabile

Si tiene conto del valore venale del bene, con riduzione del 25% se l'espropriazione è finalizzata ad attuare interventi di riforma economico-sociale e con un aumento del 10% se è stato concluso l'accordo di cessione o lo stesso non è stato concluso per fatto non imputabile all'espropriato o perché a questi è stata offerta un'indennità provvisoria che, attualizzata, risulta inferiore agli 8/10 di quella determinata in via definitiva. 

  • Esproprio di area legittimamente edificata

Si tiene conto del valore venale del bene. 

Soggetti dell'espropriazione

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Dall'espropriazione deriva un vero e proprio rapporto di diritto pubblico caratterizzato dai seguenti elementi.
I soggetti dell'espropriazione, che fanno parte del predetto rapporto, sono tre. In particolare si tratta di:
  • espropriato - il soggetto titolare del diritto oggetto dell'espropriazione. Può trattarsi sia di soggetto pubblico che di soggetto privato;
  • beneficiario dell'espropriazione - il soggetto in favore del quale è emesso il decreto di esproprio e che, anche in questo caso, può essere sia pubblico che privato;
  • autorità espropriante - il soggetto che cura il procedimento di espropriazione. Può trattarsi sia di un'autorità amministrativa titolare del potere di espropriare, sia di un soggetto privato al quale sia normativamente attribuito tale potere;
  • promotore dell'espropriazione - il soggetto, pubblico o privato, che chiede che venga eseguita l'espropriazione.

I beni espropriabili

L'espropriazione per pubblica utilità può avere ad oggetto sia un diritto di proprietà che un altro diritto reale.
Tuttavia, essa non può riguardare:
  • i beni demaniali,
  • i beni appartenenti al patrimonio indisponibile dello Stato,
  • gli edifici aperti al culto (a meno che non vi siano gravi ragioni e sempre previo accordo con l'autorità ecclesiastica competente),
  • le sedi delle rappresentanze diplomatiche di Stati esteri.

Retrocessione dei beni espropriati

In alcuni casi, i beni espropriati possono essere restituiti totalmente o parzialmente al soggetto espropriato.

Retrocessione totale

In particolare, la retrocessione totale si ha quando l'opera che ha determinato l'espropriazione non è stata realizzata o non è iniziata entro dieci anni dalla data del decreto di esproprio o se, anche prima di tale data, la stessa risulta ineseguibile. La retrocessione totale presuppone la richiesta, da parte dell'espropriato, dell'accertamento della decadenza della dichiarazione di pubblica utilità con conseguente restituzione del bene.

Retrocessione parziale

La retrocessione parziale, invece, si ha quando l'opera è stata realizzata ma senza utilizzare tutto il bene espropriato. In tal caso, la parte di bene non utilizzata può essere restituita al proprietario su richiesta dello stesso. 

Corrispettivo

La retrocessione comporta il pagamento di un corrispettivo, calcolato facendo riferimento ai medesimi criteri applicabili al computo dell'indennità di esproprio.
 
Data aggiornamento 10 marzo 2022