Le fonti del diritto urbanistico
Dalla legge urbanistica al TU edilizia, senza dimenticare la Costituzione, ecco quali sono le principali fonti del diritto urbanistico
- Cos'è il diritto urbanistico
- La legge urbanistica
- Il TU edilizia
- Il diritto urbanistico nella Costituzione
Cos'è il diritto urbanistico
Il diritto urbanistico è l'insieme delle norme che regolano le attività d'uso e di trasformazione del territorio poste in essere da soggetti privati o pubblici.
Nucleo originario e centrale della materia è la disciplina dell'edilizia: se infatti il diritto urbanistico si occupa delle potenzialità edificatorie del territorio, l'urbanistica ha ad oggetto le costruzioni e la loro compatibilità con il territorio stesso.
La legge urbanistica
La prima legge che in Italia si è occupata di urbanistica è la legge numero 2359 del 1865, con la quale è stato istituito il piano regolatore come strumento facoltativo che poteva essere adottato dai Comuni con più di 10mila abitanti
Un intervento rilevante di disciplina della materia, tuttavia, si è avuto solo con la legge numero 1150 del 1942 (cd. legge urbanistica), che ancora oggi rappresenta la fonte di regolamentazione principale di molti aspetti del diritto urbanistico.
Tale legge, dopo essersi genericamente occupata dell'ordinamento statale dei servizi urbanistici, entra nel merito della disciplina urbanistica regolamentandone i modi di attuazione e definendo i confini e la portata dei piani territoriali di coordinamento e dei diversi piani regolatori comunali (piani regolatori generali, piani regolatori particolareggiati, attuazione dei piani regolatori comunali).
La legge urbanistica, infine, si sofferma a dettare le regole dell'attività costruttiva edilizia e a indicare le modalità di determinazione dell'indennità da corrispondere in caso di espropriazione per pubblica utilità.
Il TU edilizia
Nel corso degli anni si sono susseguiti diversi interventi legislativi che si sono occupati della materia, in maniera autonoma o incidendo sulla legge urbanistica.
Tuttavia, l'altro vero caposaldo sul quale si regge oggi il diritto urbanistico è rappresentato dal testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia di cui al d.p.r. numero 380/2001.
Esso, in una prima parte, si occupa dell'attività edilizia, dettando le disposizioni generali, regolamentando i diversi titoli abilitativi e l'agibilità degli edifici e disciplinando la vigilanza sull'attività urbanistico-edilizia, la responsabilità e le sanzioni.
La seconda parte del testo unico, invece, è dedicata alla normativa tecnica per l'edilizia (ad esempio con la regolamentazione della disciplina delle opere di conglomerato cementizio armato, normale e precompresso e a struttura metallica o con la previsione di disposizioni per il superamento delle barriere architettoniche o, ancora, dettando le norme per la sicurezza degli impianti).
Il diritto urbanistico nella Costituzione
Del diritto urbanistico ci sono importanti tracce anche all'interno della Costituzione, che, nella sua formulazione originaria, menzionava espressamente all'articolo 117 l'urbanistica come materia di competenza concorrente tra Regioni e Stato.
A seguito della riforma del Titolo V, avvenuta nel 2001, la materia è rimasta tra quelle di competenza concorrente ma con una diversa e più ampia nomenclatura: governo del territorio.
Altre due norme costituzionali rilevanti per il diritto urbanistico sono l'articolo 41 e l'articolo 42.
Il primo, al terzo comma, sancisce infatti che "la legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali".
L'articolo 42, ai commi 2 e 3, afferma invece che "la proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti" e che "la proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi d'interesse generale".
Data: 15 gennaio 2020