Ritenute alla fonte
- Che cosa sono le ritenute alla fonte
- Ritenute alla fonte Irpef
- Ritenute alla fonte su lavoro autonomo
- Ritenute alla fonte condomini
- Ritenute alla fonte diretta
Che cosa sono le ritenute alla fonte
Le ritenute alla fonte sono meccanismi in funzione dei quali i sostituti di imposta assumono l’impegno di trattenere determinati importi in denaro da corrispondere a un altro soggetto, il sostituito, per poi versarle a titolo di pagamento delle imposte che il sostituito dovrebbe saldare al Fisco. Quando si parla di ritenute alla fonte, pertanto, si fa riferimento a forme di riscossione delle imposte. L’obbligo che riguarda il sostituto deriva dal fatto che egli ha a disposizione somme che deve versare al soggetto passivo e che per quest’ultimo rappresentano un reddito. Si distingue tra ritenuta alla fonte a titolo di acconto e ritenuta alla fonte a titolo di imposta.
La ritenuta alla fonte a titolo di acconto viene operata dai professionisti, dagli artisti, dalle persone fisiche che esercitano un’attività agricola o commerciale e dalle società di persone e soggetti assimilati per i tributi diretti come l’IRES e l’IRPEF. Essa viene applicata sugli stipendi che vengono erogati ai lavoratori dipendenti e su tutti gli altri compensi – come per esempio gettoni e indennità – che rappresentano redditi paragonabili ai redditi da lavoro dipendente. In occasione della dichiarazione dei redditi, poi, i lavoratori dipendenti liquidano l’imposta dovuta in maniera definitiva e si occupano del conguaglio relativo.
La ritenuta alla fonte a titolo di imposta, invece, prevede che il sostituto trattenga una somma tale da consentire al sostituito di adempiere i propri obblighi tributari in maniera definitiva e per intero per la parte di reddito che deve essere tassata. Per questo motivo questi importi non vengono calcolati per determinare la base imponibile sulla quale si computa il reddito da tassare del soggetto di imposta.
Ritenute alla fonte Irpef
Le ritenute alla fonte Irpef vedono coinvolti due soggetti: quello che corrisponde il compenso che riguarda le prestazioni di lavoro, che è il sostituto di imposta, e quello che ha reso la prestazione professionale, che è il sostituito. Il sostituto, sulla base di quanto previsto dal DPR n. 600 del 1973 all’articolo 25, nel momento in cui eroga il reddito professionale è tenuto a trattenere, a titolo di acconto dell’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (l’IRPEF, appunto) dovuta dal sostituito una ritenuta che corrisponde al 20% della parte imponibile del compenso dalla somma dovuta. I soggetti che devono operare la ritenuta IRPEF sono le cooperative, le società per azioni, le società di mutua assicurazione, le società a responsabilità limitata, le società in accomandita per azioni, gli enti pubblici, gli enti privati e i trust, ma anche le società semplici, le società in accomandita semplice, le persone fisiche esercenti arti e professioni, i commissari liquidatori, i curatori fallimentari e le persone fisiche esercenti imprese agricole o commerciali.
Ritenute alla fonte su lavoro autonomo
Le ritenute alla fonte sui redditi da lavoro autonomo sono variabili sia per quel che riguarda la tipologia – si può trattare sia di ritenute di acconto che di ritenute di imposta – sia per quel che riguarda le aliquote. Nella base imponibile non rientrano unicamente i compensi professionali, ma anche i rimborsi per le spese di vitto, alloggio e viaggio e tutte le spese documentate che sono state rimborsate dal committente dopo essere state anticipate dal professionista. Anche il contributo INPS che viene addebitato al cliente, pari al 4%, dai lavoratori autonomi che sono iscritti alla gestione separata INPS è soggetto a ritenuta. Viceversa, non fanno parte della base imponibile i contributi assistenziali e previdenziali che, secondo la legge, sono a carico del soggetto che li versa, così come gli importi in denaro che vengono ricevuti come rimborsi spese anticipati a patto che non rappresentino spese che riguardano la produzione del reddito di lavoro.
Ritenute alla fonte condomini
Anche i condomini possono essere considerati sostituti di imposta e, quindi, provvedere alle ritenute. Per conto dei condomini, in particolare, gli amministratori sono tenuti a effettuare le ritenute e a versarle per i corrispettivi e per i compensi che vengono erogati ai lavoratori autonomi (per esempio avvocati, commercialisti, geometri, ingegneri e così via) e ai lavoratori dipendenti (per esempio, gli addetti alle pulizie o il portinaio). Le ritenute, inoltre, riguardano le prestazioni per contratti di appalto di servizi o opere, effettuate nell’esercizio di impresa, anche se rese nell’interesse di terzi.
Ritenute alla fonte diretta
La ritenuta alla fonte diretta è un meccanismo di riscossione delle imposte che viene messo in atto dalle amministrazioni statali, le quali effettuano una ritenuta in acconto delle imposte dovute dai percettori del reddito sui compensi che spettano ai loro dipendenti sulla base del medesimo meccanismo della ritenuta alla fonte. Va detto, però, che tra la ritenuta alla fonte e la ritenuta alla fonte diretta c’è una differenza, dal momento che per la seconda non è previsto un sostituto di imposta, visto che è lo Stato a eseguire direttamente il prelievo, senza che vi sia il bisogno di un datore di lavoro che anticipi il tributo allo Stato al posto del lavoratore.