La concorrenza
- La concorrenza perfetta
- Le intese restrittive della concorrenza
- L'abuso di posizione dominante
- Le concentrazioni
La concorrenza perfetta
La concorrenza perfetta, in cui vi è informazione e trasparenza di mercato, libertà di ingresso e assenza di barriere è, tuttavia, una realtà utopica, contrastata quasi sempre da concentrazioni e pratiche limitative, dalla distribuzione disomogenea delle risorse, dalla più o meno agevole mobilità della manodopera e da una serie di ulteriori ostacoli soggettivi e oggettivi.
Non sempre, tuttavia, tali aspetti sono negativi per il mercato, ma una loro corretta gestione può anzi favorirne lo sviluppo. A tal fine, il legislatore italiano consente delle limitazioni legalidella concorrenza per fini di utilità sociale, la creazione di monopoliin determinati settori, le limitazioni negozialiche non ledano la libertà di iniziativa economica. In ogni caso mai la struttura concorrenziale del mercato può essere pregiudicata in maniera rilevante, dovendosi sempre preservare la libertà di iniziativa economica privatadi cui all'art. 41 Cost..
I comportamenti pericolosi per la struttura concorrenziale, posti sotto il controllo della disciplina antimonopolistica nazionale e europea, sono le intese restrittive della concorrenza, l'abuso di posizione dominante e le concentrazioni.
Le intese restrittive della concorrenza
Le intese sono dei comportamenti mediante i quali le imprese limitano la propria libertà di azione sul mercato, che si estrinsecano in accordi, in deliberazioni di consorzi, associazioni di imprese e organismi similari e in pratiche concordate.
Tali comportamenti non sono sempre vietati ma si pongono in contrasto con l'ordinamento, e sono conseguentemente nulle, solo quelle intese che hanno come oggetto o effetto di impedire, restringere o falsare la concorrenza in maniera consistente. Anche queste, peraltro, possono essere temporaneamente autorizzateal ricorrere di determinate condizioni e purché non venga eliminata la concorrenza da una parte sostanziale del mercato.
L'abuso di posizione dominante
L'abuso di posizione dominante è quel fenomeno che si verifica quando un'impresa è in grado di esercitare una forte influenza e agire senza preoccuparsi della concorrenza nel mercato nazionale o europeo o in una sua parte rilevante e sfrutta tali potenzialità in maniera abusiva, pregiudicando la concorrenza effettiva e, di conseguenza, i concorrenti e i consumatori. Sono considerate ipotesi di abuso di posizione dominantee, conseguentemente, sanzionate in via pecuniaria, con l'ordine di cessazione e, talvolta, con la sospensione dell'attività di impresa: l'imposizione di prezzi o condizioni contrattuali ingiustificatamente gravosi; l'impedire o il limitare la produzione, gli sbocchi e gli accessi al mercato e lo sviluppo tecnico; l'applicazione di condizioni oggettivamente diverse dinanzi a prestazioni equivalenti.
Oltre all'abuso di posizione dominante è vietato anche l'abuso dello stato di dipendenza economica di altra impresa, punito con la nullità del relativo patto, il risarcimento danni e, se vi è compromissione della concorrenza, con le medesime sanzioni previste per l'abuso di posizione dominante.
Le concentrazioni
Le concentrazioni possono essere giuridiche o economichee si hanno, rispettivamente, quando due o più imprese si fondono in un'unica impresa o, pur continuando a conservare la propria identità giuridica, si fondono solo da un punto di vista economico. Esse sono illecite quando comportano una grave alterazione della concorrenza; in tal caso l'unica sanzione prevista è data dal risarcimento del danno, mentre non è contemplata la nullità.
La disciplina delle concentrazioni si applica anche quando due o più imprese costituiscono un'impresa societaria comune se lo scopo principale dell'operazione è il coordinamento dei loro comportamenti concorrenziali.
Non si ha concentrazione quando le imprese che partecipano alle operazioni tipizzate fanno parte di un medesimo gruppo e quando una banca o un'impresa finanziaria acquistano il controllo su un'impresa per rivenderla sul mercato ma non esercitano il diritto di voto per il periodo in cui sono in possesso delle azioni.