Questi i fatti.
M.T.G. aveva lasciato il proprio cane nell'auto con i finestrini chiusi durante una giornata calda e soleggiata. Qualcuno aveva segnalato alla polizia locale lo stato dell'animale e c'era stato dapprima l'intervento di un vigile urbano e in seguito quello di un veterinario per verificare le condizioni di salute del cane. Subito denunciato il comportamento della signora, nell'aprile del 2011 era comparsa dinnanzi al giudice di Sorrento che l'aveva condannata al pagamento di una multa di mille euro per abbandono e crudeltà nei confronti del cane. M.T.G. si è opposta alla decisione del Tribunale e ha presentato ricorso alla suprema Corte.
Non è la prima volta che la Cassazione affronta questioni di questo genere, ma anche in questa occasione la terza sezione penale ha confermato la sentenza di condanna.
Come si legge in sentenza (la n.44902 /2012) "Il giudice del merito ha esposto in maniera assolutamente coerente il proprio percorso argomentativo a sostegno della condanna dell'imputata per maltrattamento di animali".
La Corte con riferimento alla fattispecie richiama quanto emerso nel corso del giudizio dove si è dimostrato che il rinvenimento dell'animale era avvenuto in una giornata dal clima particolarmente caldo e che nell'auto vi era la presenza di numerosi escrementi. Anche il veterinario intervenuto, aveva fatto notare che la situazione dell'animale denotava una particolare crudeltà del padrone nei suoi confronti perché è del tutto innaturale per un cane ritrovarsi in un ambiente tanto ristretto senza ricambio d'aria ed esposto al caldo. Ciò può avergli provocato un particolare stato di ansia e di stress che ha causato anche la presenza di numerosi escrementi in auto.
Viste le circostanze il ricorso della signora M.T.G. è stato respinto ed è dunque stata confermata la sua colpevolezza del reato di maltrattamento sugli animali, così come la multa di mille euro da versare alla Cassa delle Ammende.