PENSIERI DIETRO GLI OCCHIALI DA SOLE (pensieri semiseri sotto il solleone). STAGIONE 2.
"Chi sono io per giudicare un gay?"
Questa è la frase di Papa Francesco I che ha spiazzato, e non poco, il mondo intero. Da chi è fermamente credente nel Cristianesimo e da chi invece è semplicemente gay. Per i primi si tratta di un'affermazione che rasenta quasi il blasfemo, mentre per i secondi è invece un'apertura insperata da parte del sommo rappresentante di un ente (sarà corretto chiamarlo così?) potentissimo, e non proprio aperto alle novità, qual la Chiesa appunto.
Ammetto che questo Papa mi piace assai, e credo che di carisma ne abbia da vendere se riesce a far presa anche su una agnostica mangia-preti quale è, da decenni ormai, la sottoscritta. E mi piace perché rappresenta la volontà tangibile da parte di un'antica istituzione di rinnovarsi e di adattarsi ad una società in continua evoluzione. Però mi domando: perché diamine non riesce a fare lo stesso il nostro Stato Italiano? Perché non é riuscito ad approfittare del desiderio di cambiamento da parte di noi cittadini, rinnovando realmente il suo assetto ed i suoi rappresentanti? Non credo, infatti, che la Chiesa sia un organo meno complesso del nostro Governo e non credo che ci sia una totale armonia a livello decisionale. Eppure il suo Capo è riuscito a interrompere il proselitismo nei confronti di pochi vecchi bacucchi, ancorati a visioni antiche che nemmeno durante il periodo barbarico avrebbero potuto essere considerate attuali. Senza dover ricorrere a patti e inciuci con gli antagonisti, bensì, molto semplicemente, esprimendo i propri pensieri. Non temendo di scontentare questo o quello, ma tenendo in alta considerazione l'apertura mentale e la tolleranza, che se non erro dovrebbero rientrare tra i buoni propositi di un qualsiasi credente e praticante.
Avevamo la possibilità di avere del nuovo e ci siamo fatti abbindolare dal vecchio. Punto a nostro sfavore nell'eterna lotta tra Stato e Chiesa. Anche se si potrebbe ancora risalire un po' la china disfacendosi del vecchio e dell'ottuso; per farlo però bisognerebbe disfarsi del vecchio, che considera come 'entità demoniache' chiunque abbia il coraggio di parlare di riduzione di spese della politica partendo dagli innumerevoli privilegi e benefit di cui la nostra casta (perché nulla è cambiato rispetto a due anni fa, ammettiamolo) gode e godrà ab aethernum.
Unica similitudine che posso trovare è l'essere arrivati quasi in contemporanea all'apertura ai gay. Eh sì, anche il nostri politici si sono pronunciati in merito all'omofobia (e transfobia), approvando un ddl per inasprire le pene per questo tipo di crimini. Ora ci aspettiamo che avvenga un miracolo, che faccia sparire almeno un buon 90% dei nostri politicanti!
barbaralgsordi@gmail.it
"Chi sono io per giudicare un gay?"
Questa è la frase di Papa Francesco I che ha spiazzato, e non poco, il mondo intero. Da chi è fermamente credente nel Cristianesimo e da chi invece è semplicemente gay. Per i primi si tratta di un'affermazione che rasenta quasi il blasfemo, mentre per i secondi è invece un'apertura insperata da parte del sommo rappresentante di un ente (sarà corretto chiamarlo così?) potentissimo, e non proprio aperto alle novità, qual la Chiesa appunto.
Ammetto che questo Papa mi piace assai, e credo che di carisma ne abbia da vendere se riesce a far presa anche su una agnostica mangia-preti quale è, da decenni ormai, la sottoscritta. E mi piace perché rappresenta la volontà tangibile da parte di un'antica istituzione di rinnovarsi e di adattarsi ad una società in continua evoluzione. Però mi domando: perché diamine non riesce a fare lo stesso il nostro Stato Italiano? Perché non é riuscito ad approfittare del desiderio di cambiamento da parte di noi cittadini, rinnovando realmente il suo assetto ed i suoi rappresentanti? Non credo, infatti, che la Chiesa sia un organo meno complesso del nostro Governo e non credo che ci sia una totale armonia a livello decisionale. Eppure il suo Capo è riuscito a interrompere il proselitismo nei confronti di pochi vecchi bacucchi, ancorati a visioni antiche che nemmeno durante il periodo barbarico avrebbero potuto essere considerate attuali. Senza dover ricorrere a patti e inciuci con gli antagonisti, bensì, molto semplicemente, esprimendo i propri pensieri. Non temendo di scontentare questo o quello, ma tenendo in alta considerazione l'apertura mentale e la tolleranza, che se non erro dovrebbero rientrare tra i buoni propositi di un qualsiasi credente e praticante.
Avevamo la possibilità di avere del nuovo e ci siamo fatti abbindolare dal vecchio. Punto a nostro sfavore nell'eterna lotta tra Stato e Chiesa. Anche se si potrebbe ancora risalire un po' la china disfacendosi del vecchio e dell'ottuso; per farlo però bisognerebbe disfarsi del vecchio, che considera come 'entità demoniache' chiunque abbia il coraggio di parlare di riduzione di spese della politica partendo dagli innumerevoli privilegi e benefit di cui la nostra casta (perché nulla è cambiato rispetto a due anni fa, ammettiamolo) gode e godrà ab aethernum.
Unica similitudine che posso trovare è l'essere arrivati quasi in contemporanea all'apertura ai gay. Eh sì, anche il nostri politici si sono pronunciati in merito all'omofobia (e transfobia), approvando un ddl per inasprire le pene per questo tipo di crimini. Ora ci aspettiamo che avvenga un miracolo, che faccia sparire almeno un buon 90% dei nostri politicanti!
barbaralgsordi@gmail.it
Altri articoli che potrebbero interessarti:
In evidenza oggi: