Riportare sullo stesso piano il sistema della responsabilità disciplinare dei magistrati ordinari, amministrativi e contabili con un regime uniforme sia dal punto di vista procedurale che della tipologia di illeciti e delle relative sanzioni.
Sono questi gli obiettivi che stanno alla base del "petalo" numero 7 della "rosa" della riforma della giustizia. La "riforma del disciplinare delle magistrature speciali" rappresenta uno dei punti più importanti all'interno delle dodici linee guida su cui è strutturato l'intero pacchetto "giustizia" approvato in Consiglio dei Ministri il 29 agosto scorso.
Sino ad oggi, infatti, si legge nelle relazioni tecniche pubblicate sul sito del dicastero di via Arenula, mentre per i giudici ordinari il sistema di responsabilità disciplinare è compiutamente regolato dal d.lgs. n. 109/2006 che si occupa tassativamente degli illeciti e delle relative sanzioni, scandendo procedimento applicativo, organi e regole, per i giudici amministrativi e contabili il quadro disciplinare è "retto da regole frammentarie e farraginose", con la conseguenza di procedimenti "assai poco efficaci".
Urgente, pertanto, per l'esecutivo, una riforma che omologhi i quadri normativi e che agisca su due fronti.
Da un lato, stando al ddl, si procederà con l'immediata estensione alla magistratura speciale delle regole del dlgs n. 109/2006; dall'altro, si detteranno i principi di delega per riformare il procedimento, individuare gli organi titolari dell'azione disciplinare con la previsione di "regole snelle e tempi certi".
Queste le intenzioni dell'esecutivo, ma bisognerà attendere gli esiti del percorso parlamentare per vedere le reali modifiche al sistema.
- Guida legale sulla responsabilità disciplinare dei magistrati