POSTA & RISPOSTA n. 380 di Paolo M. Storani - Mi hanno scritto molti Colleghi sulla ...pseudo Riforma della giustizia civile. Ho risposto privatamente ad alcuni, ma la lettera dell'Avv. Marcello SEQUI del foro di Oristano merita di essere divulgata a tutti i nostri visitatori perché fotografa la situazione che si verrebbe (verrà) a creare.
Caro Collega, sono un avvocato del foro di Oristano, e volevo complimentarmi con te per le cristalline osservazioni sulla riduzione della sospensione dei termini feriali pubblicate il 29 agosto sul sito dello Studio Cataldi.
Quando hai scritto i termini della creatività del Governo non erano ancora noti, oggi purtroppo lo sono.
Con la sospensione dal 6 al 31 agosto si realizza un sopruso totalmente inutile, il cui unico effetto è quello di rendere di fatto impossibile agli avvocati (ovviamente è incommentabile la presentazione della modifica come diretta a ridurre le ferie "dei magistrati" o "dei Tribunali") l'esercizio del diritto ad un "civile" periodo di ferie.
E' chiaro che il periodo di ferie si ridurrebbe a zero.
E , trattandosi di studi con medio carico di lavoro, molti dei quali composti dal solo titolare (e forse da un praticante), non è ovviamente pensabile che il poveretto abbia il tempo di prepararsi a luglio gli atti in scadenza ai primi di settembre.
Il legislatore del 1969 aveva efficacemente contemperato l'esigenza sacrosanta di assicurare almeno un mese di ferie agli avvocati prevedendo che la sospensione operasse anche nei quindici giorni successivi al mese "canonico" di agosto: ciò, appunto, al fine di consentire non già il prolungamento delle ferie, ma la preparazione nella prima quindicina di settembre, con un minimo di serenità, di atti e udienze in scadenza a ridosso del 15 settembre .
Ed aveva del resto adeguatamente bilanciato il periodo di sospensione con l'esclusione dalla stessa di tutta una serie di atti urgenti, fra i quali anche quelli dichiarati eventualmente tali dal giudice con provvedimento ad hoc : e di questo, che secondo me è un aspetto decisivo per smascherare la natura demagogica del provvedimento, il governo non parla, facendo credere che la sospensione dei termini equivalga a paralisi completa dell'attività giurisdizionale.
Mi auguro davvero che gli ordini e le associazioni si diano concretamente da fare prima della conversione in legge.
Scusa lo sfogo, e, per favore, continua a "insorgere"!
Cordiali saluti.
Marcello Sequi"
Oggi, 16 settembre 2014, riprendono a decorrere i termini processuali dopo la sospensione feriale, che probabilmente non tornerà più come l'avevamo sempre conosciuta: un periodo di ... fermo biologico che riossigenava l'ambiente forense proprio come il fermo pesca ripopola i mari.
Purtroppo il 29 Agosto 2014 ha segnato una data difficile da dimenticare per gli operatori della giustizia.
Sì, perché uno dei tanti provvedimenti adottati dal Governo è quello che prevede l'amputazione del termine di sospensione dei termini processuali durante il periodo feriale.
Il Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi si ritiene soddisfatto della riforma e opina (forse senza conoscere bene la realtà), che una simile decisione possa ridurre i tempi della giustizia in Italia.
Quella che viene indebitamente chiamata dal mondo politico "la chiusura delle aule giudiziarie" (sappiamo bene che i tribunali non chiudono MAI e che sono solo sono sospesi i termini processuali) era fino ad oggi prevista dal 1 Agosto al 15 Settembre di ogni anno. Ciò in forza di una legge (la n. 742/1969) che, secondo quanto emerge dai lavori preparatori, era nata con lo scopo di consentire ad avvocati e procuratori un periodo di effettivo riposo nel periodo feriale.
La sospensione dei termini processuali non è quindi necessariamente connessa con le ferie dei magistrati (interessante e significativo in proposito il preambolo alla proposta di legge che fu presentata nel 1969).
Il legislatore aveva voluto evitare problemi per la classe forense nel caso in cui fosse arrivata la notifica di un provvedimento durante le ferie senza che i termini per impugnarlo fossero sospesi.
Ora il Governo ritiene che ridurre il periodo di sospensione feriale dei termini processuali serva a soddisfare la primaria esigenza della celerità della Giustizia anche se di fatto la sospensione non impedisce ai magistrati di scrivere sentenze e di adottare altri provvedimenti oltre che di occuparsi dei procedimenti d'urgenza, che ciascuno di noi ha sempre svolto anche nel periodo ricompreso nel ... fermo biologico.
Si è anche osservato che un "risparmio" di 20 giorni all'anno non può certo ridurre in modo apprezzabile i tempi di un giudizio che in media ha una durata di 5 anni.
Insomma anche questa volta forse i veri penalizzati saranno come al solito gli avvocati che non potranno più partire tranquilli per le vacanze.
Chi avrà mai il coraggio di allontanarsi dallo studio sapendo che potrebbe arrivare qualche notifica e che i termini non sono sospesi? E chi potrà pensare di rientrare il 1 settembre sapendo che potrebbero scadere diversi atti proprio in quello stesso giorno?
Sappiamo bene che per ridurre i tempi della giustizia occorre ben altro:
Si possono eliminare le udienze inutili come quella per far giurare il CTU (su Studio Cataldi del 4 agosto 2014 abbiamo avuto modo di evidenziare ad esempio che "Basterebbe raccogliere il suo giuramento una sola volta al momento della iscrizione in un apposito albo e far sì che tale giuramento sia valido per tutti i futuri incarichi". V. Il restauro dell'Udienza).
Si può eliminare o limitare a casi eccezionali l'udienza per la precisazione delle conclusioni.
Si può fare un reclutamento straordinario di magistrati onorari scegliendoli però tra avvocati che sono stati degli studenti modello e che hanno conseguito la laurea e l'abilitazione forense con il massimo dei voti.
L'Italia, ci dicono, potrà allinearsi ai parametri di efficienza e velocità giudiziale fortemente sentiti a livello europeo. Ma sarà davvero così? Difficile credere che ridurre la sospensione dei termini possa ridurre i tempi della giustizia. Forse un'altra promessa della politica? Parafrasando Rousseau potremmo affermare che chi è molto veloce a promettere è molto più lento a mantenere.
Ma tu cosa pensi? Ci piacerebbe conoscere la tua opinione, proprio come hanno fatto Marcello Sequi e molti altri Colleghi. Dí la tua votando il sondaggio o lasciando un commento qui sotto.
Ringrazio ovviamente l'Avv. Marcello Sequi per la bella lettera.
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