Sta per arrivare il d-day di quella che è stata definita una vera "lenzuolata" di liberalizzazioni contenuta nel disegno di legge sulla concorrenza che sarà varato, salvo sorprese, dal Consiglio dei Ministri di venerdì prossimo.
Tra le tante misure spazianti dai taxi, all'rc auto, ai notai, agli avvocati, ai parrucchieri, passando per la telefonia e l'editoria, sono diverse ed importanti le novità che il Ministero per lo Sviluppo Economico, guidato da Federica Guidi, ha previsto per il settore farmaceutico.
Novità che, già dai primi annunci, hanno letteralmente scatenato una lotta intestina allo stesso esecutivo, per via della nota opposizione del ministro della sanità Lorenzin alle liberalizzazioni sanitarie, soprattutto in ordine ai farmaci c.d. "di fascia c", e messo sul piede di guerra associazioni e federazioni del settore preoccupate per gli interessi e il futuro della categoria.
Ecco, in sintesi, le principali novità del ddl sulle farmacie che arriveranno sul tavolo del Cdm venerdì e che potrebbero diventare già operative nel corso dell'anno:
- Niente più tetto al numero di farmacie
Il ddl prevede l'ipotesi di trasformare il numero massimo di farmacie, così come stabilito dalla l. n. 475/1968, in numero minimo (inserendo semplicemente nella disposizione la parola "almeno") ed affidando ai Comuni la decisione su quante farmacie è possibile aprire sui rispettivi territori, facendo salvo comunque il rapporto di una farmacia ogni 3.300 abitanti. L'altra ipotesi è invece quella di abbassare ulteriormente la soglia di popolazione necessaria per l'apertura di una farmacia (attualmente fissata appunto a 3.300 abitanti) a 1.500 abitanti.
Il ddl prevede, inoltre, l'eliminazione del limite delle quattro licenze per le società di farmacisti, introdotto dalle riforme Bersani di dieci anni orsono, aprendo così la via alle grandi catene farmaceutiche.
- Cliniche private
Anche aprire strutture sanitarie private sarà più semplice con l'obiettivo di incrementare la libertà di accesso alle attività sanitarie non convenzionate con il Ssn.
Due le strade plausibili: la prima prevede il rilascio delle autorizzazioni e delle concessioni da parte del Comune, senza un'analisi sull'effettivo fabbisogno sanitario locale; la seconda, invece, l'abolizione della verifica di compatibilità acquisita (dal Comune) da parte della Regione.
- Farmaci di fascia C
Vero pomo della discordia delle nuove regole del ddl sulla concorrenza nel settore farmaceutico sono le novità per i farmaci di fascia C (quelli che viaggiano sempre con la prescrizione medica per intendersi).
Il provvedimento prevede, infatti, che quelli destinati alla cura di patologie di lieve entità potranno essere venduti anche nelle parafarmacie e nei supermercati, sempre previa presentazione di ricetta.
Non è ancora stabilito se la nuova modalità di vendita potrà riguardare sia i medicinali brandizzati che quelli equivalenti.
- Rimborsi per i farmaci equivalenti
Più rapidi i rimborsi per i farmaci equivalenti da parte del Servizio Sanitario Nazionale, al fine di evitare cartelli e migliorare la trasparenza e la concorrenza nel mercato farmaceutico.
In particolare, per accelerare la rimborsabilità a carico del Ssn dei medicinali equivalenti, verrà abrogata la disposizione normativa (contenuta nel decreto Balduzzi) la quale prevede che in sede di aggiornamento e revisione del Prontuario farmaceutico nazionale, tali medicinali (equivalenti a quelli in scadenza di brevetto o certificato di protezione complementare) non possano essere classificati come farmaci a carico del Ssn con decorrenza anteriore alla data prevista per la scadenza del brevetto o del certificato di protezione complementare.
- Nuove norme sull'accreditamento e maggiore trasparenza
Le Regioni dovranno verificare, ogni due anni, numero e dislocazione delle strutture accreditate sui rispettivi territori.
Qualora si accerti il mancato raggiungimento dei livelli essenziali di assistenza, allo scopo di razionalizzare la rete delle suddette strutture, le Regioni saranno tenute ad indire una selezione per l'accreditamento istituzionale di operatori privati operanti da almeno un biennio.
Prevista, inoltre, maggiore trasparenza sulle attività mediche svolte e sui livelli di qualità del servizio erogato (con riferimento ai volumi dell'attività clinica, ai tempi di attesa per l'erogazione delle prestazioni, alle competenze del personale medico, ecc.) con l'obbligo per le Regioni di pubblicare sul proprio sito internet dei rapporti periodici, in modo da garantire ai cittadini ampia fruizione dei risultati informativi.