di Marina Crisafi - Ancora non è una vera e propria riforma, né un progetto di legge delineato, ma i tecnici dell'esecutivo stanno mettendo a punto il nuovo "salario minimo" che garantirà ai lavoratori senza contratto, un importo minimo di 7 euro l'ora.
Ad annunciarlo, secondo quanto anticipato dal Corriere della Sera (leggi l'articolo "Salario minimo per chi è senza contratto") è lo stesso premier anticipando che la misura sarà oggetto di uno dei prossimi decreti attuativi del Jobs Act (quello sulle politiche attive che dovrebbe cambiare le regole sul collocamento, per intendersi) e che arriverà a breve sul tavolo del Consiglio dei Ministri.
Onde evitare di generare confusione con il reddito minimo garantito, di cui si attende la discussione in aula a breve, e che è finalizzato ad assicurare un importo base mensile a chiunque ne sia privo (leggi l'articolo "Il reddito di cittadinanza secondo Grillo. Cos'è e come si può attuare"), il salario minimo garantito è una misura che si rivolge soltanto ai "lavoratori", al fine di fissare una "soglia" sotto la quale nessun datore di lavoro potrà pagare un dipendente.
Le intenzioni del Governo sarebbero quelle di fissare l'asticella minima per legge nei settori che non sono regolamentati da un contratto collettivo nazionale e di estenderla anche ai contratti di collaborazione (almeno finchè secondo le regole del Jobs Act non saranno superati).
L'introduzione di un salario minimo garantito, peraltro, allineerebbe l'Italia alla maggior parte degli altri Paesi dell'Eurozona che hanno già adottato una misura simile: all'appello, infatti, tra i "big", mancava solamente la Germania che ha fissato lo scorso anno la soglia minima del salario a 8 euro e 50 centesimi.
La soglia italiana sarebbe senz'altro più bassa, visto che all'orizzonte si profila una cifra di 7 euro (si tratta solo di un'ipotesi, che potrebbe variare, tendenzialmente al ribasso) ma che, secondo le rassicurazioni dell'esecutivo, sarebbe considerata "netta", nel senso che non dovrebbe essere assoggettata ai contributi Inail e Inps ma soltanto alle tasse, a patto che il reddito annuo superi il tetto degli 8mila euro uscendo così dalla no tax area.
Adesso, quindi, non resta che attendere che il provvedimento prenda forma prevedendo sin d'ora un fisiologico ed accaldato dibattito.
Vuoi restare aggiornato su questo argomento? Seguici anche su Facebook e iscriviti alla newsletter