di Marina Crisafi - 14 sì, 8 no e un astenuto hanno fatto ricevere il primo sì della Commissione Giustizia del Senato al disegno di legge sulle unioni civili proposto dalla relatrice pieddina Monica Cirinnà.
Il testo (ddl n. 14/2015) mira a regolamentare per la prima volta in Italia, la disciplina delle coppie di fatto e delle unioni civili tra etero ed omosessuali, consentendo anche le adozioni gay per mezzo dell'istituto dello "Stepchild Adoption", ovvero l'adozione, da parte della coppia omosessuale, del figlio biologico di uno dei due partner che vive sotto lo stesso tetto.
In particolare, l'obiettivo del testo è l'introduzione di un nuovo istituto giuridico fondato sull'art. 2 Cost. che riconosce i diritti sociali oggi riservati soltanto alle coppie unite in matrimonio, compresa la pensione di reversibilità.
Verranno riconosciuti come unioni civili anche i matrimoni stipulati all'estero, nonché quelli nei quali uno dei due coniugi abbia cambiato sesso.
Il testo adottato riconosce, inoltre, al titolo 2, ai conviventi di fatto (omosessuali ed eterosessuali) che non vogliano accedere ad una regolamentazione giuridica, alcuni diritti "base", già affermati dagli orientamenti giurisprudenziali (come il subentro nel contratto di affitto, il mantenimento temporaneo dell'ex partner, ecc.), oltre alla possibilità di disciplinare i rapporti patrimoniali della coppia mediante contratti di convivenza di fronte a un notaio.
Salutato come un "passo che ha un valore storico" da chi invoca da anni una disciplina in materia, il testo ha spaccato in due la maggioranza, con il voto favorevole dell'asse Pd-M5S da una parte e quello contrario dell'area centrista (Ncd, Lega e Forza Italia).
Il cammino per l'approvazione definitiva del ddl si presenta, quindi, lungo e tortuoso. Intanto, il prossimo appuntamento è fissato per il 7 maggio, data in cui dovranno essere presentati gli emendamenti.
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